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Covid, ecco come si prepara la Sicilia a una eventuale nuova ondata

lunedì 14 Giugno 2021

Continua a decrescere la curva epidemiologica da Coronavirus e se è vero che l’Italia si colorerà tutta di bianco entro la fine di giugno, come previsto dall’Istituto superiore di sanità, è anche vero che la prudenza non è mai troppa e la Sicilia non vuole farsi trovare impreparata per una eventuale nuova ondata da Covid 19.

Le dichiarazioni dell‘assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, sono state confortanti alla luce di dati e fatti: la Sicilia ha avuto l’impatto di ospedalizzazione tra i più bassi in Italia, le vaccinazioni incalzano senza sosta, tanto da mettere la Regione ai primi posti d’Italia per percentuale di soggetti inoculati sulla popolazione e che hanno completato il ciclo di somministrazione e l’assessore auspica l’immunità di gregge entro l’estate, scongiurando in autunno la pressione sugli ospedali, dato che il vaccino ha la funzione di depotenziare gli effetti aggressivi del virus.

Insomma, stop ai Covid hospital, gli ospedali riprendono le attività ordinarie per i pazienti portatori di altre patologie, i ricoveri e i contagi da coronavirus calano, non risultano nuovi ingressi in terapia intensiva.

Ma la battaglia si continua a combattere senza abbassare la guardia né arretrare di un millimetro. Si riorganizza il territorio, per la riattivazione dei posti letto Covid, si dà sostegno ai pazienti no Covid e si alleggeriscono le liste d’attesa che si sono allungate durante il periodo di gestione della pandemia. Occorre poi finire di allestire i nuovi reparti pe i pazienti Covid.

Durante questa pandemia sono state spesso sottolineate alcune criticità riguardo alla medicina del territorio, che ha portato gli ospedali a saturarsi velocemente con tutti i problemi che ne sono derivati. Si tratta di un tipo di assistenza che garantisce prestazioni sanitarie di primo livello e pronto intervento e che hanno finalità preventive, si presentano come alternativa all’ospedalizzazione. Per intenderci, questi servizi servono a evitare d’intasare gli ospedali per problemi futili e a garantire la continuità assistenziale per i pazienti dimessi dagli ospedali (fase post-acuta) e che hanno patologie croniche. E in tempi di emergenza, l‘assistenza ordinaria non può e non deve mancare.

L’emergenza sanitaria ha, poi, messo in evidenza oltre ai punti di forza, gli aspetti problematici del Servizio sanitario nazionale. Per fronteggiarli sono allo studio misure per il rafforzamento del personale sanitario per gestire l’emergenza Coronavirus, attraverso stabilizzazioni interne alle Asp, concorsi per incrementare il personale medico sanitario, non solo per fronteggiare le eventuali crisi sanitarie ma anche per potenziare, in particolare, le reti di assistenza territoriale e i reparti ospedalieri.

 

 

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