La mossa di Antonello Cracolici, che la scorsa settimana è volato a Roma e ha stretto un patto di ferro con Renzi, ha creato subbuglio nel Pd siciliano. Da quel momento – e dalla successiva riunione di domenica scorsa con i fedelissimi – si è capito che in Sicilia chi comanda nel Pd non è di certo Davide Faraone. Fino a poco fa, infatti, Faraone era l’unico “gallo” nel pollaio renziano di Sicilia, o meglio il più forte, perché legato all’ex premier da un solido e antico rapporto. Le cose, però, adesso sono cambiate radicalmente e in appena otto giorni.
Intanto, all’indomani della svolta renziana del compagno Antonello, quest’ultimo ha annunciato al mondo che è pronto per correre alle primarie per conquistare la presidenza della Regione. E dunque, in un sol colpo facendo venire un mezzo infarto non soltanto a Faraone, ma allo stesso attuale presidente Rosario Crocetta, del cui governo regionale Cracolici è il potente assessore all’agricoltura.
Le armate del “Cracolici-asso pigliatutto” ormai sono in movimento e fermarle per i suoi rivali interni sembra un bel po’ difficile. La partita primarie, infatti, come scritto da “ilSicilia” in anteprima la scorsa settimana, mette in difficoltà Crocetta che ha da tempo annunciato la propria intenzione di ricandidarsi, ma anche Davide Faraone, che sogna di andarsi a sedere a Palazzo d’Orleans.
Ieri, poi, è stata ufficializzata la mozione “Avanti, insieme!”, mozione depositata da Matteo Renzi, in ticket con Maurizio Martina per la candidatura alla leadership del Pd. E Antonello novello renziano potrebbe a questo punto aderirvi, mettendo a disposizione il pacchetto di delegati congressuali costituito dai suoi fedelissimi, oppure provare a “inventare” una seconda mozione filo-renziana, di appoggio alla prima, con lo scopo di colpire separati ma verso lo stesso obiettivo. Peraltro, lo stesso Cracolici vorrebbe un’unica cabina di regia del Pd in Sicilia, ipotesi che però non è ancora passata al vaglio di Faraone. E c’è da scommettere che lo spazio nella medesima cabina sia un po’ stretto per contenere entrambi.
C’è poi il nodo Palermo che tiene sempre banco. A maggio o giugno si vota per le amministrative e gli uomini di Cracolici stanno lavorando a una lista comunale nella quale (pur senza il simbolo del Pd) confluiscano al suo interno le esperienze politiche dei Dem e dei Popolari. Anche in questo caso, togliendo agli amici di Faraone (in primis al segretario Miceli) l’esclusiva sulla composizione di questa lista.
Insomma, le grandi manovre del Pd sono appena iniziate, ma già sono state sufficienti a rimescolare le carte in un partito che in Sicilia ha bisogno di nuova linfa vitale. Sarà in grado Cracolici di rivitalizzare il malato? Staremo a vedere…