Il Presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare di Sicilia Occidentale, Pasqualino Monti, ospite di Nicola Porro della trasmissione Quarta Repubblica. Tra i temi affrontati, l’importanza strategica delle infrastrutture portuali, la guerra in Ucraina e la crisi energetica con la “piattaforma di Gela”.
Nel corso dell’intervista, https://www.mediasetplay.mediaset.it/video/quartarepubblica/puntata-del-28-febbraio_F311546301000801 Pasqualino Monti ha più volte sottolineato la drammaticità del momento che accende i riflettori su due questioni: la prima, di politica energetica con la capacità che ha il Paese di essere autosufficiente dal punto di vista energetico; la seconda, che mira a comprendere e a individuare le infrastrutture strategiche.
“In entrambi i casi – sottolinea Monti – andiamo sulla portualità, sulla strategicità dell’infrastruttura porto. Se devo parlare dell’autosufficienza energetica, è chiaro che devo parlare degli ultimi dieci anni di decisioni non prese. In Italia, consumiamo 76miliardi di metri cubi di gas ma ne produciamo 3,3 miliardi. Abbiamo giacimenti a terra e a mare che possono portare questa produzione a 10 miliardi, abbiamo fonti alternative che possono far salire questa produzione a 25 miliardi ma, c’è un apparato burocratico e autorizzativo, il famoso “permitting ambientale” che non ci consente di sfruttare a pieno queste potenzialità. Se dovessi fare un esempio, per tornare a casa mia, in Sicilia, siamo stati chiamati dal Governo italiano, in accordo con la Regione siciliana, a gestire anche un’importante piattaforma per l’estrazione di gas, a 60km da Gela. Nel 2014, l’Eni S.p.A. ha presentato un progetto di investimento da 700 milioni di euro che forse, partirà nel 2024, quindi dopo 10 anni. Questo, la dice lunga su come l’apparato burocratico e il sistema delle autorizzazioni ambientali, siano responsabili dei ritardi per la realizzazione di opere fondamentali per il Paese”. Oltre a Gela, un altro porto, quello di Porto Empedocle, sotto la giurisdizione dell’Autorità, è oggetto di attenzione in tema di risorse energetiche per la realizzazione del metanodotto e per il progetto per il rigassificatore.
E poi c’è un altro tema, quello del Pnrr con obiettivi e progetti da realizzare in tempi brevi. “La parola chiave è semplificare. Sul tavolo, abbiamo risorse che, con questa burocrazia, ho paura che non riusciremo a spendere“, sottolinea Monti. Un esempio che ben spiega la paralisi che colpisce le grandi opere, riguarda i lavori per i dragaggi portuali. Per ottenere le autorizzazioni necessarie dal Ministero dell’Ambiente, servono mediamente sette anni. Davvero troppo per operazioni così importanti per un’infrastruttura strategica.
“L’ Italia – conclude Monti – sfrutta poco i suoi porti eppure, siamo un paese importatore di materie prime. Circa l’80% di queste attraversa i nostri porti per poi essere lavorato dall’industria manifatturiera ed esportato. Come Autorità, siamo 16 sistemi e gestiamo infrastrutture molto complesse ma, con un’ autonomia modesta e in più, troppo spesso, come civil servant, siamo lasciati soli nel difficile compito di realizzare opere fondamentali, dialogare con i principali player internazionali anche in un periodo di guerra come questo e nella gestione dello shipping internazionale.”
A chiusura dell’intervista, Pasqualino Monti ha poi ricordato un appuntamento importante: il 10 marzo, al porto di Palermo è attesa la Costa Toscana. La nuova ammiraglia della flotta, già protagonista del «palco sul mare» nell’ultimo Festival di Sanremo, arriverà nel porto del capoluogo siciliano con la maestosità e la tecnologia più all’avanguardia di una vera e propria smart city.