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Crisi Semitec: lavoratori sempre più preoccupati, si temono licenziamenti

mercoledì 12 Febbraio 2020

Momenti drammatici per i lavoratori della Semitec, colpiti dalla crisi dell’azienda che opera nel campo della manutenzione, logistica, servizi tecnologici per Telecomunicazioni, realizzazione civile ed impiantistica di Reti Fisse, Mobili e Wi-Fi/Wi-Max.

Lunedì scorso 15 tecnici specializzati della sede catanese di Semitec hanno scioperato a Catania, di fronte alla sede di via di Passo del Fico alla zona industriale. Il sit-in ha inteso sollecitare il pagamento degli ultimi due mesi, il versamento del Tfr relativi agli ultimi 18 mesi e, soprattutto, i lavoratori hanno evidenziato la necessità di ottenere chiarezza sul loro futuro. Il dramma è quello dei lavoratori ma anche e soprattutto quello di intere famiglie che rischiano di andare incontro ad un momento di grave difficoltà economica.

Semitec conta trecento dipendenti in tutta Italia, di cui 18 a Palermo e 15 a Catania. Lo sciopero di lunedì scorso è stato indetto a livello nazionale ed ha interessato le varie sedi territoriali dove operano i lavoratori dell’azienda. A Catania c’è stato il presidio dei tecnici specializzati della locale sede di appartenenza. “I lavoratori – come rimarcato dai sindacati – hanno ormai preso atto che l’azienda non conta più su alcuna commessa già dallo scorso dicembre; la sede di Catania è inoltre sotto sfratto esecutivo e i mezzi di trasporto non sono più disponibili“.

I lavoratori, un anno e mezzo fa vennero rassicurati dalla Igi investimenti a proposito della affidabilità della Semitec, azienda che subentrò alla Siram e che, come detto, opera in ambito nazionale nel settore della manutenzione, logistica, servizi tecnologici per telecomunicazioni, realizzazione civile ed impiantistica di reti fisse, mobili e wi-fi/wi-max. “La prospettiva per tutti i lavoratori era che l’azienda avrebbe operato in un clima di crescita e investimenti. Non è andata così e oggi sia i lavoratori di Catania che quelli sparsi nel resto d’Italia, stanno facendo i conti con impegni non mantenuti e con prospettive drammatiche per il loro immediato futuro lavorativo.”, ha ribadito la Fiom Cgil di Catania.

Proprio a seguito dello sciopero e del presidio dei lavoratori si è svolto un incontro con i vertici di Semitec, l’azienda rilevata nel 2018 dal fondo IGI Investimenti. Durante l’incontro il management aziendale ha comunicato che gli stipendi di dicembre e di gennaio non saranno pagati prima del 25 febbraio, sempre se le committenti pagheranno le fatture.

“Non più di dieci giorni fa, all’incontro al MiSE, il presidente di IGI Investimenti, in qualità di azionista – affermano Fim, Fiom, Uilm nazionali – aveva rassicurato lavoratori, sindacati e Ministero, che l’azienda stava uscendo da una momentanea crisi di liquidità. Contrariamente a quanto dichiarato al MiSE, l’azienda ha finalmente ammesso una forte diminuzione di commesse e ha dichiarato di avere nel portafoglio lavori che dovrebbero garantire al massimo ancora qualche mese di operatività. Sul finire dell’incontro, come se fosse un argomento marginale, l’Ad ha comunicato che si sta valutando ulteriori chiusure di sedi e una forte diminuzione di personale. Il coordinamento nazionale ha fortemente respinto l’ipotesi di licenziamenti collettivi e ha deciso di concludere l’incontro aziendale e di raggiungere i lavoratori in presidio”.

I sindacati, trovando inaccettabile l’atteggiamento dell’azienda, hanno immediatamente fatto richiesta al Ministero dello Sviluppo Economico per l’apertura di un tavolo di crisi che auspicano venga convocato al più presto comunicando, inoltre, che “la messa in disponibilità dei lavoratori i quali saranno operativi solo in seguito al pagamento degli stipendi arretrati (dicembre e gennaio) e confermano lo stato di agitazione precedentemente dichiarato”.

Intanto rimane forte la preoccupazione dei lavoratori, che stanno vivendo ore di comprensibile angoscia e sui quali sembra pendere in modo sempre più concreto lo spettro dei licenziamenti: la speranza è che invece la vertenza, alla fine, possa invece avere una risoluzione positiva a tutela di tutte le professionalità dell’azienda.

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