Il servizio andato in onda lunedì sera sul terzo canale della Rai è stato un programma di grande impatto emotivo e stimolante sul piano sociologico e culturale.
Faceva capire fino a che punto la plutocrazia internazionale alleata ai cattolici reazionari e fuori dal Vangelo, sia ostile al Cristianesimo e al Papa che lo rappresenta. Ormai si può affermare con ragione che si è scavato un abisso tra il cattolicesimo e il Cristianesimo del post Concilio di Roma.
Si sono capovolti i termini di un tempo nel quale si definivano laici i non chierici; oggi gli oppositori della Chiesa sono invece da cercare tra i chierici delle alte sfere ecclesiastiche e i difensori del neo capitalismo globale che gridano il loro “crucifigge” pagando farisaicamente gli indigenti e i ricchi del populismo contemporaneo.
La povertà e la carità che predica Papa Francesco fanno paura ai dominatori economici del mondo. Il cristianesimo non è una ideologia -ha detto giustamente il Santo Padre – e dargli del comunista vuol dire non essere né cristiani né comunisti e non avere capito neppure il marxismo, ma rinnegare il valore e i diritti della persona umana.
Io chiamo tutti i cristiani e gli uomini liberi a difendere col Papa questi valori insiti nel messaggio cristiano.