Il giorno del giudizio è arrivato. La separazione tra il Palermo e Corini adesso è ufficiale. Un epilogo inevitabile e già segnato da tempo. La pazienza infinita del City Group si è esaurita e, a una manciata di giorni dalla grande festa per l’inaugurazione del centro sportivo di Torretta, dopo lunghe ore di riflessione e notti insonne, il club ha preso la sua improrogabile decisione.
La sconfitta di Pisa (CLICCA QUI), la decima stagionale, è stata un boccone amaro da mandare giù. Fin troppo anche per la società araba, che sino a oggi si era chiusa a riccio, scacciando le polemiche e tappandosi le orecchie. Le dichiarazioni del post partita appaiono adesso come una resa, come se ammettendo quel “mea culpa“, assumendosi tutte le responsabilità, il mister avesse alzato bandiera bianca. Così Gardini e Bigon si sono subito messi all’opera, alla ricerca di un nuovo profilo, mentre nella mattinata di ieri Corini dirigeva regolarmente l’ultima seduta di allenamento, al termine della quale ha salutato la squadra e lo staff. Una situazione di stallo, quella del “separato in casa“, durata più di 24 ore e risolta solo nel primo pomeriggio odierno.
“Il Palermo FC comunica di aver sollevato dall’incarico l’allenatore della Prima Squadra Eugenio Corini. La seduta d’allenamento odierna sarà diretta da Cesare Bovo. A Corini ed al suo staff un ringraziamento per il lavoro svolto e il miglior ‘in bocca al lupo’ per il prosieguo della carriera sportiva da parte del City Football Group, del presidente Mirri e di tutta la famiglia rosanero“. Così il club in una nota ufficiale.
Il passato è archiviato e si guarda già al futuro. Sul tavolo sono state tante le ipotesi al vaglio: Grosso, Gattuso, Sottil, Giampaolo, Longo, Venturato, Semplici, Alvini e Mignani. Nella trafila di nomi a spuntarla, alla fine, sembra essere stato quest’ultimo, accettando l’arduo ruolo di “traghettatore“ fino a giugno.
Una scelta, all’apparenza semplice, che sembrava chiudersi in poche ore, ma che si è dilungata per oltre due giorni. Mentre Sottil è stato subito ostacolato dal regolamento, avendo iniziato la stagione in massima serie con l’Udinese, i primi due hanno declinato l’invito, non gradendo la possibilità di subentrare a sette giornate dalla fine. Proprio Grosso ha tenuto i tifosi con il fiato sospeso fino all’ultimo, protagonista di un tiro alla fune che, nel tardo pomeriggio, si è concluso con un nulla di fatto. La giornata di oggi è stata segnata dal ballottaggio Alvini-Mignani.
Sul cambio passo pesano come un macigno i risultati ottenuti nelle ultime cinque uscite: una sola vittoria, quattro sconfitte e ben quindici reti incassate. Una rovinosa discesa che, a sette giornate dal termine, vede i siciliani al sesto posto, piantati a quota 49, a meno sette dal quarto posto e a meno nove dal secondo gradino del podio.
L’ormai ex tecnico rosanero, che quasi con certezza avrebbe salutato la piazza il prossimo 30 giugno, a scadenza naturale del contratto, non è riuscito così a completare il suo biennio, nonostante nel corso delle due stagioni alla guida della panchina palermitana abbia superato numerosi momenti di crisi, smentendo anche i più scettici che lo vedevano fuori dal progetto già a maggio scorso, al termine del campionato che chiuse a un soffio dai playoff. L’obiettivo, come ben noto, saltò ma questa volta Corini non avrà modo di riscattarsi.
Il tonfo casalingo contro il Venezia (CLICCA QUI) aveva spento anche l’ultima speranza di poter riaprire la corsa verso la promozione diretta. Anche in quel caso, prima della sosta, il mister di Bagnolo Mella era stato “perdonato“. Il match contro i lagunari è solo l’ultimo sgambetto. Prima ancora c’erano stati i malumori iniziati dal clamoroso pareggio di Cremona, spenti con la vittoria a Lecco, ma andando a ritroso la lista è parecchio lunga: dall’avvio contro il Bari, al novembre nero, fino al match contro il Cittadella, dove il Palermo non riuscì mai a inquadrare lo specchio della porta.
Ma quale eredità spetterà al nuovo allenatore? È proprio tutto da buttar via?
Chi guiderà il club di viale del Fante potrà comunque contare sul terzo miglior attacco della serie B, su giovani promettenti (come Traorè, Desplanche, Vasic, Graves o Ranocchia) sui quali il City ha speso fior di quattrini, pur di accontentare Corini, giocatori di spessore per la categoria (come Di Francesco, Lucioni o Stulac) e soprattutto su capitan Brunori. Il bomber italo-brasiliano è rimasto l’unico traghettatore in grado di risollevare dagli inferi i propri compagni, come dimostrano la prestazione e la doppietta all’Arena Garibaldi.