È possibile monitorare lo stato strutturale e ambientale di un luogo forte-mente identitario per il territorio, quale l’antica Tonnara di Favignana “ex stabilimento Florio”, rilevarne e risolverne le criticità e migliorarne la fruizione attraverso un processo di valorizzazione moderno e sostenibile che restituisca l’heritage e garantisca la fruizione a fini turistico-culturali della struttura?
Su questi interrogativi si è svolta negli scorsi giorni a Favignana, presso l’ex Stabilimento “Florio”, la quarta campagna di rilevamento nell’ambito del progetto di ricerca “Ideha, – Innovazioni per l’elaborazione dei dati nel settore del Patrimonio Culturale”, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca attraverso il Programma Operativo Nazionale Ricerca e Innovazione 2014-2020.
Il progetto, che vede il Consiglio Nazionale delle Ricerche come ente capofila è coordinato dall’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale della sede di Catania (ISPC-CNR), e si pone come obiettivo la individuazione di metodi innovativi e sostenibili di conoscenza, conservazione, fruizione e governance partecipata dei beni museali. “Edificato sull’Isola di Favignana, nell’arcipelago delle Egadi, durante la seconda metà del XIX secolo per la lavorazione e conservazione del tonno sott’olio, l’ex “Stabilimento Florio” – evidenzia il direttore del Museo regionale A. Pepoli di Trapani, che ha la gestione del sito – è un sito che offre l’opportunità di studiare un modello complesso di gestione innovativa di un bene culturale. Il progetto di ricerca con-dotto dall’ISPC-CNR in collaborazione con Università, imprese e stakeholders locali, ci permetterà di immaginare una gestione innovativa del bene sia sotto il profilo del monitoraggio del bene che della elaborazione di una nuova strategia di valorizzazione”.
La ricerca, coordinata da Giuseppe Cacciaguerra dell’Ispc-cnr di Catania si pone, infatti, l’obiettivo “di sviluppare metodologie e strumenti innovativi per la gestione programmata e la conservazione preventiva del monumento attraverso l’acquisizione, l’integrazione e l’elaborazione di dati derivati dal monito-raggio strutturale ed ambientale, da applicazioni di computer vision per la sorveglianza, nonché da ana-lisi dello stato di conservazione attraverso tecniche di acquisizione fotogrammetriche e multispettrali”.
“L’eccezionale valore culturale dell’ex Stabilimento Florio – sottolinea l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – impegna da due decenni l’Amministrazione Regionale in un programma di interventi di restauro ancora non concluso, e che riguarderà a breve i macchinari e le aree retrostanti e quelle prossime all’imbarcadero”.