“Qualcuno voleva il dissesto di Messina? Forse si”. A lanciare l’ipotesi e spiegare il perché di questo inquietante interrogativo sulle precedenti legislature e su dinamiche di palazzo che avrebbero potuto (o voluto) spingere il Comune dentro il baratro del default è l’assessore al Bilancio Vincenzo Cuzzola, che in questo fine estate ha ritenuto opportuno informare con una lunga e dettagliata nota i cittadini di Messina sulle condizioni finanziarie attuali dell’ente locale. Secondo l’assessore, anche qualora il Comune di Messina fallisse si dovrebbero cercare le energie, le soluzioni e la convinzione di poter risollevare il forziere comunale e la base essenziale da cui partire è il Piano di Riequilibrio, la sola via maestra percorribile per approdare al risanamento.
“All’insediamento – scrive Cuzzola – quale assessore al Bilancio del Comune di Messina, sono consapevole che l’Ente, come tanti altri purtroppo in questa epoca di scarsa finanza derivata, non si trova in un normale periodo finanziario, nel quale la sola attenzione va posta alla capacità di pianificazione e programmazione per la corretta, poi, gestione degli obiettivi, bensì in un periodo di “risanamento”, coraggiosamente scelto dall’Amministrazione, in luogo della scorciatoia, indubbiamente via più semplice per gli amministratori e la stessa “struttura”, ma indubbia iattura per l’economia e la cittadinanza messinesi”.
“Il previsionale 17/19 era già stato adottato dalla Giunta entro la fine dell’anno 2016 e bisognava fosse trasmesso al Consiglio, con la relativa nota di aggiornamento del Documento Unico di Programmazione e gli atti propedeutici allegati. Attività non molto complessa che avrebbe richiesto solo qualche giorno, ecco il mio impegno a sbrigare il tutto entro pochi giorni, anche se c’era da predisporre un emendamento al bilancio, per far sì che venisse riportata ad unità, quindi in bilancio, in ossequio ai principi contabili ed alla necessità di una più semplice gestione e rendicontazione, la programmazione appunto di bilancio e quella del piano, fino ad allora, per scelta diversa non condivisibile, come dirò avanti, tenuta su due “percorsi” (programmatici, previsionali e gestionali) separati. Producendo, quanto appresso”.
Cuzzola parla quindi di “prima sorpresa”: “Qualche giorno dopo ricevo l’esito del monitoraggio sugli obiettivi di entrata e di spesa previsti nel piano di riequilibrio, molto opportunamente effettuato dai Revisori (sostituitisi in questa fase, preziosamente, ai Dipartimenti), dal quale emerge una non puntuale gestione, da parte dei Dipartimenti stessi ai quali erano stati assegnati dei relativi obiettivi. Sostanzialmente non vi era stata alcuna gestione proattiva degli obiettivi del piano, ma la sola costatazione ad esercizio chiuso del mancato raggiungimento di alcuni degli obiettivi stessi, come della impossibilità di raggiungerne altri. Rientrano in questa ultima categoria, almeno per il momento, le maggiori entrate legate alle rendite catastali, che ammontano a scarsi 7 ml anno e che, quindi, al mio insediamento avevano prodotto nel biennio precedente già 14 ml circa di minori entrate al bilancio ed al piano. Naturalmente queste entrate non erano prevedibili nemmeno per il 17 ed ecco che la prima necessità, per varare l’emendamento al bilancio 17/19 è di reperire 20 milioni circa. Ci siamo attivati immediatamente (GM delibera 257/17). Ma un Ente Locale non chiude, nemmeno qualora dichiarasse il dissesto, non è una azienda che fallita, cessa la missione e scompare, l’Ente Locale, continua sempre, quindi non si può gettare la spugna, come alcuni molto semplicemente credono. Ci siamo allora attivati, costituendo un “team” per il controllo del piano, composto dall’assessore Signorino, che come sappiamo ha la delega al monitoraggio del piano, dal Direttore Generale e da me, che in collaborazione con il Dirigente del Dipartimento Finanze, pro tempore, individuasse le soluzioni per garantire la continuità verso la via del risanamento. Soluzioni individuate ed indirizzate ai diversi Dipartimenti per l’attuazione con la delibera di Giunta 257/2017, che possono, al momento, compendiarsi in una riduzione complessiva, sia pure distribuita negli anni rimanenti, della massa passiva del piano, relativamente agli stanziamenti per Messinambiente, ATM, Debiti Fuori Bilancio e Contenziosi in corso”.
L’assessore fa anche riferimento a “sorprese positive e perplessità”: “Ma l’azione di controllo dei due documenti incrociati (Bilancio e Piano) ha comportato anche sorprese positive, che però lasciano alcune perplessità. Come mai non si è approfittato del settembre 2016 per rimodulare concretamente il piano? Come mai è stato lasciato negli obiettivi di spesa, per esempio, un accantonamento di 3 mln di euro annui, non più necessario, a fronte di un temuto (all’epoca della prima redazione del piano) minore trasferimento a titolo di fondo di rotazione? Come mai è stato lasciato negli obiettivi di spesa, per fare altro esempio, un accantonamento di 14 mln di euro annui, originariamente e non più dovuto, finalizzato a garantire copertura per un contenzioso Messinambiete/Ato? Qualcuno voleva appesantire la situazione finanziaria dell’Ente, qualcuno voleva rendere difficile il raggiungimento del risanamento? Voleva il dissesto dell’Ente? Forse sì! Le sorprese non sono mancate anche sul fronte Bilancio. In primo luogo mancava lo stanziamento per la quota annuale (da ripianare in 30 anni) del maggiore disavanzo da riaccertamento straordinario del residui del 20:15 (adempimento per entrare in armonizzazione) pari a 3,2 ml annui circa. Poi vi era uno stanziamento per copertura del rischio mancata riscossione delle entrate assolutamente inadeguato ai principi contabili per circa 7 mln annui: e siamo ad altri 10mln, mancanti, per un complessivo di circa 30 milioni”.
Poi la riorganizzazione degli Uffici Ragioneria e “abbiamo conseguito l’obiettivo di rendere a unicità, contabile e soprattutto gestionale, la programmazione finanziaria dell’Ente, il che consentirà un più semplice monitoraggio, anche concomitante, degli obiettivi prefissati e del grado temporale di raggiungimento. Sarà anche più semplice la interlocuzione con il Ministero, prima, e Corte dei Conti, poi, adesso che, superata la stagione della rimodulabilità dei piani, ne hanno ripreso l’esame, compreso il nostro”.
“Abbiamo quindi raggiunto per il 2017 – aggiunge Cuzzola – il finanziamento di un livello di spesa adeguato agli standard precedenti e fissati dalla Amministrazione, come alcune di queste spese (come per la mensa e la Casa di Vincenzo) si sono potute sufficientemente prevedere nel triennio. Abbiamo invece delle criticità per le annualità 18 e 19, che, però come vedremo, non saranno un vero e reale problema. Abbiamo solo scelto di non posticipare oltre il varo dell’emendamento per consentire ai Dipartimenti il raggiungimento degli obiettivi 2017, finalmente superando questa fase di gestione provvisoria”.
“La nostra attività, adesso che la competenza sul bilancio è passato ai Revisori e poi al Consiglio, – conclude l’assessore – non si ferma qui, nemmeno per l’anno in corso, dato che è in programma una ulteriore e forte azione di contenimento del drenaggio che il piano comporta sul Bilancio, da realizzare nei prossimi mesi e comunque in tempo utile per un generale assestamento, entro il 30 novembre, del bilancio corrente, per non lasciare nulla di incompiuto. Azione che sarà orientata verso due mete, da un lato monitorare costantemente le attività di accertamento delle maggiori entrate, le quali, almeno in parte, saranno sicuramente conseguibili nel 18 e seguenti. Avviare una azione di “transazione” dei Debiti Fuori Bilancio e dei Contenziosi in essere, per la quale nei prossimi giorni sarà varata apposita delibera di indirizzo e sarà costituito apposito “team” di funzionari, dei Dipartimenti Finanze ed Avvocatura. Ce la faremo! Abbiamo la consapevolezza, quasi presunzione, che ce la faremo, anche a rispettare i tempi e, forse, anche ad anticiparli, adesso che la complessiva riorganizzazione del Dipartimento Finanze è quasi compiuta, mancando il solo ultimo tassello della nomina delle PO”.