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Puntata 64

Da donna Sarina c’è Daniela Ursino e i detenuti attori in carcere: “La bellezza del teatro in luoghi impensabili” CLICCA PER IL VIDEO

mercoledì 8 Maggio 2024

Voglio portare bellezza in un luogo impensabile”. Nel 2017 Daniela Ursino ha immaginato la contaminazione della bellezza là dove può apparire assurdo. E’ così che è nato il progetto che ha portato il teatro ( e non solo) in carcere ed è diventato molto di più. Una compagnia teatrale, Liberi di sognare, un palcoscenico e un teatro a Gazzi il “Piccolo Shakespeare” ed una serie di spettacoli e iniziative che hanno messo le ali e volano alto. E’ Daniela Ursino, presidente dell’associazione D’aRteventi l’ospite della puntata 64 di donna Sarina.

Il teatro per sognare” così è nato tutto e l’idea di Daniela Ursino è stata subito sposata dall’arcivescovo di Messina monsignor Accolla e dal direttore della Caritas padre Basile nonché dall’intero istituto penitenziario.

E’ diventato il progetto di tutti, condiviso e pensato da tutti. E’ diventato il progetto del carcere, un percorso che non è mai stato un semplice laboratorio di uno o due mesi che approda allo spettacolo”.

La sala multifunzionale è stata trasformata nel Piccolo Shakespeare grazie all’impegno concreto anche degli studenti del Liceo Basile, indirizzo artistico, che si sono occupati delle quinte, delle scenografie, dei fondali. Il foyer è come quello dei teatri ed ha “l’abbraccio” di due istituzioni storiche “Il Piccolo” e La Scala, presi a modello e partner. La parte della convivialità e dell’accoglienza è stata affidata agli studenti dell’istituto Antonello. C’è poi l’importante collaborazione con l’Università di Messina e con studenti e studentesse. E naturalmente la piena adesione di registi di primo piano, aiuto registi, e poi scenografi, costumisti. Un’azione corale perché la bellezza crea bellezza.

C’è la voglia di riscatto e di mettersi in gioco dei detenuti e delle detenute, l’emozione di mettere in scena copioni intensi e complessi o di contribuire comunque in ruoli e posizioni diverse allo spettacolo. C’è la gioia di vedere tra il pubblico i propri cari, i figli, le figlie, i genitori, applaudire ed emozionarsi.

Ci sono tantissime storie, come lo spettacolo che ha visto in scena le donne in regime di alta sicurezza che hanno dovuto indossare le maschere e vedere che anche le studentesse universitarie che hanno preso parte allo spettacolo hanno coperto il volto.Ci sono le storie di giorni e giorni di prove, di chi si è impegnato per una strada del tutto di nuova.

E poi c’è l’arcivescovo che ha accolto al Duomo la compagnia di attori, aspettandoli scalzo, intorno all’altare dove loro hanno portato la storia di San Francesco. O ancora gli spettacoli al teatro greco di Tindari o il ricordo di Falcone e Borsellino al Palacultura con i detenuti che hanno recitato momenti di vita dei magistrati uccisi dalla mafia davanti agli studenti “la cultura come momento di legalità”. E ancora la Festa della musica nel campo di calcio del carcere di Gazzi, con le forze dell’ordine che recitano insieme ai detenuti. Un progetto che cresce di anno in anno e che viene replicato in altri istituti penitenziari.

E’ un viaggio nella bellezza, tra teatro, musica e danza, perché la bellezza crea altra bellezza”.

Proprio in questi giorni è andato felicemente in porto un altro progetto che ha visto insieme la Libera compagnia del teatro per sognare con gli attori della compagnia Volere volare, tutti attori speciali. Ma Daniela Ursino non si ferma nell’idea di una società che accoglie davvero “il mio è un progetto proiettato verso l’esterno e abbiamo già trovato una sede per accogliere un altro scrigno per chi è in libertà o semi libertà e vuol continuare a fare teatro. Perchè è questo il bello, in carcere presentano istanze e vengono selezionati, ma quando escono sono talmente felici di questo progetto che vogliono continuare”.

Il grande sogno di Daniela Ursino è che davvero una società che accoglie e integra sia pronta a fare quel passo in più, quello che porta al lavoro, a risposte occupazionali per quanti, usciti dall’esperienza in carcere vogliono vivere una nuova vita.

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