C’è un pezzo di Sicilia protagonista negli Stati Uniti. Con il sogno nel mirino di raggiungere la Major League Soccer, da Santa Teresa di Riva alla Florida, Roberto Saccà, 39 anni, è infatti il presidente del “Miami United Football Club”, prima squadra di calcio a Miami. È lì che Saccà vive ormai da diversi anni ed è riuscito a realizzare, affrontando e superando mille difficoltà, il suo sogno a stelle e strisce.
Miami ma prima ancora l’Europa e il Sudamerica: Saccà ha lasciato la sua terra giovanissimo per iniziare una nuova vita. L’avventura di Roberto è iniziata all’età di 21 anni, quando, da neolaureato in Psicologia, decise di trasferirsi a Londra per diventare General Manager di un’azienda di vino e dove imparò quattro lingue. La prima tappa di un viaggio in giro per il mondo che l’ha poi portato alla svolta.
Dall’Inghilterra si è spostato quindi in Brasile per poi rientrare in Sicilia. Ma alla fine ha rifatto le valigie ed è ripartito nuovamente, destinazione Stati Uniti. L’avventura americana ha avuto come prima tappa Washington, poi New York, Los Angeles e Chicago e infine Miami, dove ha lavorato nel mercato immobiliare e con la compagna decise di aprire un risto-bar. A Miami la vita di Roberto Saccà è cambiata, sulle ali della sua smisurata passione per il pallone.
Oggi Saccà è un imprenditore stimato e realizzato nella capitale delle Florida, dove nel 2017 il sindaco di Miami gli ha anche consegnato le chiavi della città. “Miami United Football Club”, prima squadra di calcio della metropoli, è la creatura della quale Saccà è diventato presidente e quindi anche amministratore delegato.
“Nel 2012 mi è venuta l’idea di fondare un club a Miami visto che mancava una squadra di calcio. Nella nostra breve storia abbiamo comunque già fatto diverse cose. C’è ancora un po’ di confusione nelle leghe americane noi giochiamo in quella che può essere definita come una quarta divisione ma a livello calcistico è molto superiore di quanto si possa pensare e lo dimostrano anche i giocatori che scelgono di venire a giocare dalle nostre parti. Sette anni fa, in pratica, il calcio non esisteva qui “, ha evidenziato Saccà.
“Noi abbiamo pensato di iniziare il nostro progetto anche perché il costo della franchigia era accessibile e siamo entrati in questa avventura della National Premier Soccer League“.
“Miami United può essere un trampolino per il rilancio di giocatori di un certo livello. Abbiamo delle belle strutture e vogliamo diventare sempre più professionali perché siamo consapevoli che il calcio negli Stati Uniti è ancora molto indietro. Noi abbiamo avuto Adriano in rosa (l’ex attaccante dell’Inter e del Brasile ha giocato a Miami nel 2016, ndr), Cafu (altro ex nazionale brasiliano ed ex giocatore di Roma e Milan, ndr) è diventato un nostro ambasciatore ed è una persona speciale”.