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le polemiche

Mondiali, donne e comunità LGBTQIA+: per il Qatar è un campo minato

giovedì 17 Novembre 2022

Il Mondiale in Qatar? Un errore, una scelta pessima“. Sono in tanti a pensarlo ma a dichiararlo, qualche giorno fa, è stato Sepp Blatter, l’ex presidente della FIFA. Proprio lui era tra coloro che nel 2010 assegnarono i Mondiali all’Emirato ed oggi sembra aver fatto un passo indietro.

Tanti sono stati i punti trascurati o messi da parte: il clima, le dimensioni del paese, i costi esorbitanti e la questione dei diritti umani. Non a caso, durante l’intervista Blatter ha sottolineato come dal 2012 la FIFA abbia cambiato i criteri per la selezionare dei Paesi ospitanti: “Da allora, si tiene conto delle considerazioni sociali e dei diritti umani“.

Il capitolo sui diritti umani è veramente molto ampio, dalle tragiche condizioni di lavoro degli operai impiegati nei cantieri, alle donne fino alla comunità LGBTQIA+. Il Qatar, per canto suo, si dice pronto a ospitare i tifosi di tutto il mondo “senza discriminazioni“, nonostante per donne e omosessuali la vita nel paese non sia particolarmente facile.

COSA SI PUO’ FARE E COSA NO

Negli ultimi giorni sul web è girata una locandina, non ufficiale, che riporta tutta una serie di divieti da rispettare durante tutto l’intero torneo. Gli organizzatori hanno specificato che la locandina non è stata pubblicata da loro e che tutti i turisti saranno accolti positivamente. Le informazioni sulle regole da rispettare in Qatar sono comunque presenti sul sito del ministero del Turismo.

L’accesso dovrebbe essere garantito a tutti, senza distinzioni sull’orientamento sessuale. Ma ci sono alcune limitazioni come imprecazioni, atti osceni, stringere la mano a una donna o manifestazione di intimità pubblica. Tale azione può essere punita con l’arresto per le coppie eterosessuali e addirittura con la pena di morte per le coppie omosessuali, se ritenute responsabili di “aver istigato o sedotto in alcun modo un maschio a commettere sodomia“.

Per quanto riguarda l’abbigliamento, il consiglio è di vestirsi con un certo pudore: coprire le spalle, evitare gonne corte, pantaloncini o top senza maniche. Il mancato rispetto potrebbe impedire l’accesso ad alcuni edifici.

Il consumo di bevande alcoliche non è del tutto illegale ma l’età minima per bere è di 21 anni. I tifosi potranno quindi acquistare birra in bar o ristoranti con licenza. Rimane vietato il consumo all’interno degli stadi o in pubblico. Per quanto riguarda le sostanze stupefacenti il Governo rimane inamovibile: chiunque tenterà di contrabbandare droghe illegali nel Paese, affronterà gravi conseguenze. In Qatar, per tale reato, è prevista anche la pena di morte.

VIETATA LA BANDIERTA ARCOBALENO MA COMUNQUE CI SARA’

Tra le regole diffuse c’è anche quella di non sventolare la bandiera arcobaleno, simbolo della comunità omosessuale. Per eludere i divieti è stata realizzata una versione alternativa. Si tratta di una stoffa bianca in cui  sono riportati i codici dei colori.

LE PAROLE DELL’AMBASCIATORE KHALID SALMAN

Sui social è scoppiata la bufera dopo le parole dell’ambasciatore dei Mondiali ed ex calciatore professionista Khalid Salman, che si è pronunciato sull’emittente televisiva tedesca Zdf sull’omosessualità, definendola un “danno mentale”. “Molte persone arriveranno nel Paese durante i Mondiali. Parliamo ad esempio di gay. La cosa più importante è che tutti quelli che accettino di venire qui, rispettino anche le nostre regole“. Salman ha sottolineando che si tratterebbe di un “problema con i bambini che vedono i gay perché imparerebbero qualcosa di sbagliato“.

LE REAZIONI DI NAZIONALI, ALLENATORI E CALCIATORI

Tante nazionali, compresi sponsor, allenatori e calciatori hanno preso posizione. Qui alcuni esempi.

La nazionale danese per l’evento ha scelto due maglie monocromatiche, una rossa e una nera. La decisione è stata spiegata sui social dallo sponsor tecnico “Non vogliamo essere visibili durante un torneo che è costato la vita a migliaia di persone. Sosteniamo la nazionale danese fino in fondo, ma questo non significa sostenere il Qatar come nazione ospitante. Crediamo che lo sport debba unire le persone. E quando non lo fa, vogliamo dirlo“. Sulla maglia scandinava era prevista anche la scritta “Diritti umani per tutti” ma a dire di “no” è stata la FIFA: “Ci dispiace ma dobbiamo tenerne conto e rispettare le regole che ci sono imposte, vogliamo evitare sanzioni o multe“.

I calciatori dell’Australia hanno pubblicato un video in cui si critica il Qatar e le sue leggi in materia di diritti umani e invocano la depenalizzazione delle relazioni omosessuali.

Ai Mondiali ci saranno anche Louis Van Gaal e la sua Olanda. Sul tema non si è di certo tirato indietro esprimendo la sua posizione: “La Fifa ha dato la Coppa del Mondo al Qatar per sviluppare il paese in termini di calcio, ma penso che dovresti giocare una Coppa del Mondo in paesi con più esperienza calcistica. Inoltre, questo è un Paese molto piccolo. La mia famiglia e i miei amici hanno molte difficoltà a trovare un alloggio qui. Capisco anche che ci sono persone nei Paesi Bassi che non vogliono guardare la Coppa del mondo per motivi di diritti umani. Penso che abbiano ragione”.

E LA FIFA?

La FIFA ha cercato di metter una pezza. In una lettera di Gianni Infantino e Fatma Samoura, rispettivamente presidente e segretario generale, si legge: “Cerchiamo di rispettare tutte le opinioni e le convinzioni, senza impartire lezioni morali al resto del mondo. Uno dei grandi punti di forza del mondo è proprio la sua diversità, e se inclusione significa qualcosa, significa avere rispetto per quella diversità. Nessun popolo, cultura o nazione è “migliore” di un’altra. Questo principio è la pietra miliare del rispetto reciproco e della non discriminazione. E questo è anche uno dei valori fondamentali del calcio. Quindi, per favore, ricordiamolo tutti e lasciamo che il calcio sia al centro della scena“.

 

 

 

 

 

 

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