E’ mai possibile che in questa città, per un motivo o per un altro, non si riesca a non essere ridicoli? La vicenda dell’albero di Natale che l’amministrazione comunale aveva pomposamente deciso di collocare davanti al Teatro Politeama, è lo specchio dell’improvvisazione e della superficialità della giunta presieduta da Leoluca Orlando. Dall’abete delle Madonie, che è stato lasciato sul luogo perché danneggiato, si è passati al cipresso che era stato segato alla Favorita, perché malato. Adesso sembrerebbe che la scelta sarebbe caduta su un cedro, che non si sa da dove dovrebbe arrivare. Speriamo che il luogo di partenza non sia il Libano dove il cedro è una sorta di simbolo nazionale, perché ci vorrebbero mesi. Ma che c’entra il cedro con il Natale? Nulla, ma se non ci sono altri alberi disponibili, pazienza.
Un bel pasticcio non c’è che dire. Ma non sarebbe stato più semplice chiedere all’Azienda forestale un altro abete piuttosto che provocare questo disastro? Comunque, non mi convince affatto la versione che è stata fornita dell’accaduto. Non credo che gli operai della ripartizione Ville e giardini abbiano autonomamente deciso di non caricare l’abete della Madonie, così come non credo che altrettanto autonomamente abbiano optato per il cipresso della Favorita. Non penso che il sindaco Orlando non sia stato avvertito del contrattempo.
Dall’abete al cipresso al cedro: neanche il più fantasioso autore di satira avrebbe mai immaginato una vicenda tanto buffa, se non fosse che capita in tempi di pandemia. Ma forse dobbiamo prendere solo atto del definitivo declino di Leoluca Orlando, che non lascia eredi politici. Per il rinnovo del consiglio comunale e per l’elezione del nuovo sindaco di Palermo, si voterà nella primavera del 2022. Tranne che Orlando non decida di sgombrare il campo. Prima della scadenza.