In Sicilia c’è chi vince la fame con il lavoro, con il sacrificio, con il sudore della fronte. Non fanno clamore ma sono migliaia di piccole grandi storie quotidiane, eroi sconosciuti che in prima pagina non finiranno mai. Sono “I figli di nessuno” i protagonisti del romanzo del messinese Salvatore Curtò che da oltre un anno riscuote successo di lettori e di pubblico che assiste alle particolarissime presentazioni che lo scrittore organizza in tutta Italia (sfiorando quota 100). Negli anni di Riina e delle stragi mafiose c’è un altro Totò, che di cognome fa Messina e che con un gruppo di amici combatte la povertà, la fame, gli ostacoli con le armi più potenti: lavoro e onestà.
I figli di nessuno è un romanzo corale, nato in riva allo Stretto ma che attraversa tutta l’isola e arriva fino a Milano, affonda le radici sul finire degli anni ‘50 per arrivare alla cattura di Riina. Si piange, si ride, ci si indigna e si spera. Per tutto il romanzo (Armando Siciliano editore) ci sono due binari paralleli, con la vita dei protagonisti che scorre insieme a quella di una criminalità che non conosce leggi ed anche quella di una società malata di omertà, intrisa di clientelismo e nella quale i “raccomandati” sono nemici per la brava gente tanto quanto i mafiosi. La storia coinvolge talmente che sta per approdare al grande schermo ed I figli di nessuno stanno per diventare una fiction in sei puntate (regista Claudio Bellezza). Ma c’è di più perché nel 2024 le vicissitudini di Totò Messina, nato povero e diventato medico chirurgo che salva le vite (a differenza dell’altro Totò, Riina) approderanno anche in teatro.
Salvatore Curtò, che ha all’attivo numerose pubblicazioni è stato letteralmente travolto dal successo riscontrato e ora in veste di sceneggiatore sta seguendo le nuove versioni del romanzo. Personaggi di fantasia che s’intrecciano con fatti reali, dalle stragi di Capaci e via D’Amelio ed alle altre vittime di mafia fino all’arresto di Totò Riina. Le bombe, il pizzo, i colletti bianchi da una parte, il sudore della fronte dall’altra, quella di chi non ha santi in paradiso, è “nuddu mmiscatu cu nnenti” ma sa che “più si è poveri e più si sogna ed alla fine sognare non costa nulla ed aiuta a passare la nottata”. Da una parte chi sconfigge la miseria del dopoguerra con il lavoro e il coraggio dall’altra le tante facce della mafia, della violenza del potere, della collusione. A vincere è il riscatto.
Totò nasce povero e resta orfano ma ha i suoi sogni ed i valori che la famiglia gli ha trasmesso. Così, da cameriere e muratore e grazie anche ai sacrifici della sorella per farlo studiare diventa chirurgo e finirà con l’emigrare a Milano. Per i figli di nessuno nella sanità dei baroni non c’è spazio. Ma lui e i suoi amici ce la faranno (come Antonio che diventerà poliziotto o l’amico che diventerà prete di frontiera). Totò tornerà nella sua città natale anche perché la voglia di riscatto è tanta ma soprattutto è tanta la voglia di dare, di essere solidale, di cambiare la sua terra. Ogni personaggio dipinge un pezzo della Sicilia bella e si contrappone, come in uno specchio, a pagine di cronaca nera e buia.
Salvatore Curtò, classe ‘68, laureato in giurisprudenza, responsabile di area per una multinazionale farmaceutica, autore di numerosi libri, una passione per il tiro a volo, ha scritto il romanzo alla vigilia del Natale 2021, quando a causa di un incidente è stato costretto a star fermo a casa, per di più con una serie di problematiche alla vista che hanno reso più complessa la stesura. La tenacia di Salvatore Curtò, così simile a quella del protagonista, ha fatto sì che il romanzo abbia visto la luce e conquistato in pochi mesi un successo tale che diventerà una fiction ed uno spettacolo teatrale. Il film sarà girato in Sicilia, terra nella quale si svolge gran parte della trama e darà spazio e visibilità ad artisti siciliani nonché a quanti saranno impegnati nelle riprese. “Nel cast ci saranno volti noti ma anche artisti provenienti dalle scuole di cinema e di teatro della Sicilia oltre a 700 comparse. Lavoreranno alla fiction tantissimi siciliani, perché il romanzo racconta l’isola che fa le cose, che ripudia la mafia ed il messaggio deve trasparire anche da questo coinvolgimento”.
Allo stesso modo accadrà con il testo che andrà in scena nei teatri, Curtò ha ultimato la trasposizione per il palcoscenico con le inevitabili modifiche e gli accorgimenti necessari. “Una commedia in quattro atti che continua un lavoro che nel corso del 2023 abbiamo fatto con gli studenti che hanno apprezzato il testo al punto di metterlo in scena in modo veramente straordinario”. Dettagli e nomi sono top secret ma nelle prossime settimane ne sapremo di più.
Nel frattempo I figli di nessuno continua a “viaggiare” nelle scuole, apprezzato dalle nuove generazioni e dai docenti per via della forza dell’esempio dei protagonisti. Salvatore Curtò sta per raggiungere inoltre la 100esima presentazione del libro, che avviene in un modo molto particolare attraverso un monologo teatrale che intreccia la storia con il dibattito. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti in tutta Italia, tra i quali la menzione speciale al Premio Cinema a Messina per la sceneggiatura grazie ad un testo che si presta molto alla trasposizione per il cinema. E’ stato proprio questo premio il momento che ha aperto la strada alla prossima realizzazione della fiction (le riprese saranno in estate). I figli di nessuno continuano a fare strada ed il loro messaggio non si ferma.