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Politiche, dal pareggio del 2013 alle larghe intese del 2018, Sicilia ago della bilancia

lunedì 5 Febbraio 2018
Salvini, Berlusconi, Meloni, Musumeci
Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni a Catania per sostenere il candidato governatore Nello Musumeci

Da che numeri si riparte rispetto alle ultime elezioni politiche del 2013?

Dai sondaggi i siciliani cominciano ad apprendere abbondantemente in questi giorni. Si faranno le loro idee, determinandosi poi sulla base di un campagna elettorale concentrata (poco meno di un mese) e meno dispersiva delle ultime che ci sono state (regionali comprese)

L’aria in Sicilia è profondamente cambiata dopo la vittoria di Musumeci alle regionali e il carro del centrodestra rischia di essere affollato come non mai. Bisognerà capire se solo di vincitori, o di personaggi che puntano al ‘pareggio utile’ che può aprire le porte delle larghe intese al governo nazionale, (con tanto di incroci potenziali di ministri e sottosegretari siciliani di FI e PD)

La desistenza ipotizzata in alcuni collegi tra Forza Italia e Pd, affiorata in termini di supposizioni in alcuni collegi della Sicilia occidentale (Agrigento e Trapani, e in qualche uninominale di Palermo) rimane un’ipotesi campata in aria fino a quando a danzare non saranno i numeri. Sondaggi, ipotesi e previsioni alimenteranno le scommesse più ardite e le simulazioni più scientifiche.

Il report delle Politiche di cinque anni fa dice che nell’isola alla Camera nel 2013 circoscrizione Sicilia 1 su un totale di  1.953.081 votanti, andarono alle urne in  1.227.651 per una percentuale pari al 62,8 %. Il Pd di Bersani in Sicilia raccolse 10 seggi frutto di 218.865 voti (18,65%), mentre nel centrodestra, nella circoscrizione prese seggi solo Il Popolo della Libertà (6) con 306.849 voti pari al 26,18%. I grillini piazzarono solo 6 acuti pur avendo superato i 400mila voti e avendo raggiunto una percentuale pari al 34,55%. Non beneficiavano di apparentamenti e la legge era diversa rispetto a quella con cui si andrà a votare.

La musica non fu diversa nella circoscrizione Sicilia 2. (Sicilia orientale) Il Pd incassò 10 seggi con 249.059 voti per una percentuale del 18,5%. Il Pdl replicò i 6 seggi della Sicilia occidentale, con il 26,8% e 359mila voti, mentre i 5stelle arrivarono al 32,74% con sette deputati eletti.

Al Senato nel centrosinistra i 5 eletti andarono al Pd (4) e al Megafono (1); nel centrodestra pienone del Pdl con 14 senatori frutto di 593.193 voti per una percentuale del 26,39%. Fu uno dei dati questo che determinò il risultato finale delle Politiche del 2013. I 5stelle, da soli, centrarono il risultato di sei senatori, sfiorando di poco il 30%.

Con quel sistema elettorale poteva accadere (e accadde) che alla coalizione o al partito che ottiene a livello nazionale la maggioranza relativa dei voti fosse attribuita la maggioranza assoluta dei seggi alla Camera dei deputati, ma che lo stesso non avvenisse al Senato. Partì da qui l’abusata e ricorrente metafora della Sicilia come l’Ohio, a ricordare la paradossale situazione di George. W Bush che nel 2000 vinse le presidenziali americane contro Gore, prendendo alla fine meno voti del suo avversario.

In entrambi le circoscrizioni, centristi e altre forze raggranellarono davvero poco. Seggi sparuti e occasionali.

Oggi ai blocchi di partenza si parte con una legge diversa. Gli uninominali di Camera e Senato, fanno notare in molti, presentano collegi molto estesi ed eterogenei. Che tipo di campagna elettorale potrà essere dunque dipenderà, specie nelle liste plurinominali dove non c’è l’uno contro uno dei candidati delle coalizioni, dalla forza dei partiti nei territori. Conterà meno la singola faccia e più il peso d’impatto della struttura del voto e della rete degli accordi locali. Non a caso i posti del plurinominale vengono definiti i ‘paracadute’ per chi corre anche nel collegio o per chi, come nel caso di Maria Elena Boschi, corre un po’ ovunque.

Per eleggere i 630 deputati e 315 senatori si voterà, a differenza delle precedenti elezioni, con il nuovo sistema misto, in parte proporzionale e in parte maggioritario, introdotto dalla nuova legge elettorale “Rosatellum”. A differenza delle precedenti elezioni l’elettore si troverà di fronte ad un’unica scheda: il 4 marzo si voterà infatti con il nuovo sistema elettorale: per tal fine il territorio nazionale è stato suddiviso in collegi uninominali, collegi plurinominali e circoscrizioni.

La Sicilia dovrà eleggere, complessivamente: 19 deputati alla Camera nei collegi uninominali e 33 nei collegi plurinominali, 9 senatori con l’uninominale e 16 con i plurinominali bloccati. Totale 52 deputati e 27 senatori.

Per il Senato ci sono due Collegi plurinominali (Occidentale e Orientale) e 9 Collegi uninominali corrispondenti alle vecchie province. Per la Camera la Sicilia è stata divisa in 2 Circoscrizioni: Sicilia 1 (occidentale) e Sicilia 2 (orientale) ma con una serie di suddivisioni.

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