Dalle riflessioni filosofiche alla creazione artistica: parte da qui la mostra collettiva “La ripetizione è una forma di cambiamento” che verrà inaugurata venerdì 18 gennaio (ore 18), presso la Haus der Kunst all’interno dei Cantieri Culturali della Zisa.
L’esposizione, a cui prenderanno parte 14 artisti provenienti da contesti e esperienze diversi, non si propone di esprimere la teoria enunciata nel titolo, bensì si pone come un cantiere aperto, un punto di partenza per generare dialoghi aperti e in costante evoluzione.
“La ripetizione è una forma di cambiamento” è una frase contenuta in “Strategie Oblique”, opera prodotta nel 1975 dal musicista Brian Eno e dall’artista Peter Schmidt, che consiste in una serie di aforismi e consigli che artisti e musicisti utilizzano per superare i blocchi creativi.
La frase sottintende che l’identico non esiste, come in “Differenza e ripetizione” di Gilles Deleuze, in cui il filosofo francese afferma che “tutte le identità sono simulate, prodotte come un effetto ottico per mezzo di un gioco più profondo che è quello della differenza e della ripetizione”.
Deleuze sosteneva altresì la necessità di distinguere fra due tipi di ripetizione: la prima, che lui definisce “vestita”, è un’unica reiterazione astratta che incessantemente torna su sé stessa per affermare il differente come tale. Ciò che si ripete quindi non è identico, ma è identico il ripetersi di ciò che si ripete.
La seconda, che il filosofo definisce “nuda”, è il mondo delle copie, dove la differenza è ridotta a somiglianza, ad analogia, a negativo e a identico ovvero alle quattro modalità della similitudine descritti da Foucault ne “Le parole e le cose”.
La ripetizione è una costante nella vita di ogni essere umano, la ripetizione come azione, come metodo d’ordine, archiviazione, come ciclo vitale, e in natura, e più probabilmente in ogni cosa esistente.
Gli artisti invitati alla mostra si sono concentrati sulla ripetizione in ambito formale riferendosi alle figure geometriche, il punto, la linea, i poligoni e i solidi, declinando la propria ricerca sulla base di questi paradigmi.
La mostra rimarrà aperta al pubblico, nei giorni di giovedì, venerdì, sabato (dalle 16 alle 19), fino al 23 febbraio.