Illustrata oggi a Messina l’attività accertativa dell’Amministrazione De Luca sul pagamento dei tributi comunali di Imu e Tasi e le relative percentuali di evasione nella Città dello Stretto. Gli uffici hanno stimato la presenza di “circa 13 mila evasori”. “Oltre il 50% dell’importo evaso è rappresentato da circa 1500 grandi evasori che non pagano per sport. Questa è la situazione per Imu e Tasi, quello che abbiamo ereditato e quello che stiamo facendo, e tra 15 giorni forniremo i dati per la Tari. Così capirete come funzionava la finta lotta agli evasori in questa città fatta da compari che scomparivano”, ha evidenziato il sindaco Cateno De Luca.
Il quadro della situazione è stato comunicato da De Luca insieme al dirigente il dipartimento Servizi Tributari Antonino Cama e all’esperto del sindaco per le Politiche Informatiche Roberto Cicala, con un report dettagliato sull’attività accertativa Imu-Tasi relativa agli anni 2013–2017 e 2018–2019.
“Per quanto riguarda la Tasi gli errori degli anni precedenti ora non si ripeteranno – ha dichiarato il sindaco De Luca – abbiamo dovuto utilizzare la Banca dati ereditata e a differenza di chi ci ha preceduto ci siamo presi la responsabilità di avviare un accertamento massivo, cioè utilizzando senza un’analisi preventiva tutti i dati che risultavano, circa 27 mila posizioni di cui 12 mila si sono rivelate errate. A differenza del passato però abbiamo raggiunto un risultato importante, perché il dato utilizzato ed esposto ha evidenziato che dal 2013 sino al 2018 sono stati avviati accertamenti valutati preventivamente da qualcuno; si è trattato infatti di una media di circa 1500 accertamenti annui quando alla fine per quanto riguarda già il 2013 abbiamo recuperato su 27 mila accertamenti circa 15 mila posizioni che in termini economici danno un risultato importante in quanto si evidenzia che esiste un’evasione media sull’Imu di circa 15 milioni di euro l’anno. Questo dato, già evidenziato nello studio Descape, presentato nell’agosto scorso e ora ringrazio il dipartimento Tributi ed il consulente Roberto Cicala che hanno portato questa situazione alla fase attuativa. Oggi si parte con dati diversi, una Banca dati già in gran parte ripulita e di conseguenza non si dovrebbero più riscontrare le anomalie subite lo scorso anno, ma non avevamo scelta altrimenti sarebbero andati in prescrizione milioni di euro come avvenuto precedentemente e non più recuperabili. Desta scalpore e fa rabbia che il 52 % del valore dell’evasione sia rappresentato da 300 grandi contribuenti evasori rispetto all’altro 48 per cento rappresentato da poco meno di 11 mila famiglie. Ciò evidenzia che a Messina questo dato è anomalo rispetto a qualunque dato meridionale che invece è in linea con l’evasione nell’ambito delle famiglie; quindi significa che c’è stata una complicità nel non pagare e nel non accertare, una complicità anche scientifica perché ogni anno non accertato significava un anno risparmiato. L’accertamento avveniva in modo minimo e discrezionale. Adesso noi puntiamo al certificato di regolarità tributaria e a chi non paga i tributi comunali toglieremo concessioni e servizi forniti dal nostro Ente. La stessa attività di accertamento è in corso per la Tari”.
L’Ufficio Unico delle Entrate del Comune ha accertato un importo totale Imu+Tasi per l’anno di imposta 2014 ed effettuato nel 2019 di 20.043.411 euro, così divisi: accertamenti Imu emessi 12.865 per un importo accertato di 17.416.650, di cui 9.106.622 persone giuridiche Imu (società finanziarie, banche, assicurazioni e leasing 1.874.338; industria navali, produzione di beni e materie prime 462.427; commercio e servizi, attività commerciali e attività di servizi 3.983.725; istituzioni no profit, associazioni di categorie e sindacali, fondazioni e autorità militari 925.349; costruzioni, società di costruzioni e società immobiliari 1.445.218; turismo, hotel, alberghi e agenzie 415.565) per un totale del 52 %; 8.310.028 persone fisiche Imu e 2.626.761 persone fisiche Tasi, a seguito di 8.597 accertamenti emessi per un totale di 10.936.789 per persone fisiche Imu+Tasi equivalente al rimanente 48%.
Per quanto riguarda l’attività accertativa Imu relativa agli anni 2013-2017 e 2018-2019 da un confronto con l’Amministrazione precedente si evince che l’Amministrazione De Luca ha raggiunto una media annua di 13,2 milioni di euro (2018-2019) con un incremento del +915 % rispetto a quella nel quinquennio dell’Amministrazione Accorinti di 1,3 milioni di euro (2013-2017) pari a 0,6 nel 2013, 1,2 nel 2014 e nel 2015, 1,4 nel 2016 e 2,1 nel 2017. La previsione di recupero dell’evasione Imu per gli anni 2018-2022 è di 86,3 milioni di euro.
Gli accertamenti Imu/Tasi eseguiti per l’anno di imposta 2014 – continua Palazzo Zanca – sono pari a 21.462 euro. Le circostanze, che potrebbero aver provocato errori nell’emissione degli accertamenti, non imputabili alle attività che il Comune ha svolto, ma ci sono situazioni che dovranno essere rettificate, comunicando i dati corretti al Comune da parte del soggetto passivo destinatario dell’accertamento e prevedono le fattispecie in cui il contitolare di un immobile abbia pagato anche per gli altri soggetti passivi (ad esempio nel caso in cui il marito paga la sua quota del 50 % e la quota del 50 % della moglie con un unico versamento imputabile solo a lui); siano stati effettuati versamenti F24 indicando il codice Ente errato (cioè diverso da F158); non siano stati comunicati i dati di una successione non ancora perfezionata entro i termini di legge (generalmente entro 12 mesi dall’apertura); non siano corretti i dati presenti nella Banca dati dell’Agenzia delle Entrate, catasto terreni e nuovo catasto fabbricati; per l’immobile sia attivo un contratto di leasing e non sia stato comunicato tramite la dichiarazione Imu al Comune entro il 31 luglio dell’anno successivo; vi sono sull’immobile diritti di abitazione non comunicati e sentenze del tribunale non comunicate al Comune come quelle di trasferimento di immobili o immobile consegnato ad un coniuge in caso di separazione.