“A Messina sono stati bruciati oltre 29 milioni di interessi moratori dal 2012 al 2018 per imbecillità politico-amministrativa”. Lo afferma il sindaco Cateno De Luca, che così va all’attacco dei suoi predecessori alla guida di Palazzo Zanca e tra le righe di un lungo e dettagliato intervento sulle criticità ereditate nella situazione finanziaria dell’ente apre un nuovo fronte di polemica.
“Siamo di fronte ad oltre 4 milioni di euro l’anno di danno erariale causato dai dilettanti allo sbaraglio al potere. Dal 2019 tutto questo scempio di denaro pubblico non si è più verificato. Come mai? È l’importanza dei “tempi” nella buona gestione amministrativa della cosa pubblica“, afferma De Luca.
“Un vecchio ma sempre attuale detto recita .. “Il tempo è denaro….” e mai come in questi 18 mesi abbiamo avuto il modo di verificare come questo detto sia reale e perfettamente calzante con la condizione del Comune di Messina. Un anno e mezzo in cui il “tempo” è diventato l’elemento principale della gestione amministrativa impostata per l’avvio del risanamento economico dell’Ente, durante il quale i si è riusciti ad imporre un nuovo passo nella predisposizione e nell’approvazione di quegli atti contabili fondamentali per evitare lo sperpero di denaro pubblico nei meandri di interessi passivi per anticipazioni di cassa o interessi moratori per pagamenti tardivi. Come già avuto modo di rappresentare nella corposa relazione del primo anno di attività, già da fine 2018 si è impostata una strategia lavorativa che ha portato poi in tutto il 2019 ad approvare i fondamentali atti di bilancio nel rispetto dei tempi normativi previsti”.
“Basti pensare – rileva De Luca – che nel mese di febbraio 2019 è stato approvato (con anticipo di un mese rispetto alla scadenza del 31.03) il Bilancio di previsione 2019-2021 e addirittura il 21 dicembre 2019 (prima volta in assoluto per il Comune di Messina) il Bilancio di Previsione 2020-2022. L’adozione nei tempi corretti degli strumenti contabili consente una corretta gestione sia a livello di programmazione degli interventi che una naturale accelerazione della spesa finalizzata all’assolvimento di quei bisogni primari di cui la comunità necessari da decenni. Nel redatto Bilancio 2019-2021 sono stati ad esempio previsti importanti somme per i lavori di potatura alberi che, grazie alla programmazione ed all’approvazione entro l’anno del bilancio 2020-2022 stanno consentendo l’aggiudicazione degli appalti per la realizzazione degli importanti interventi”.
“Inoltre – sempre a detta del primo cittadino di Messina -, la corretta adozione dei Bilanci nei tempi previsti consente la possibilità di ottenere i trasferimenti dello stato nei tempi normativi adeguati. Seppur ridotti nelle entità economica per effetto di superiori disposizioni legislative l’erogazione dei contributi nazionali costituisce una importante risorsa economica che genera la c.d. “disponibilità di cassa”. Sì, perché senza queste somme erogati dallo stato i Comuni sono costretti a ricorrere alla c.d. Anticipazione di cassa, ovvero l’ente tesoriere anticipata denaro che chiaramente vuole ripagato con gli interessi. Quindi, negli anni precedenti, il Comune di Messina che si è trovato spesso nella condizioni di non approvare i bilanci nei tempi previsti ha fatto ricorso ad innumerevoli anticipazioni di cassa che sono costate milioni e milioni di interessi”.
Il sindaco di Messina si sofferma, quindi, sull’importo degli interessi sull’anticipazioni di cassa che il Comune di Messina ha dovuto pagare dal 2012 al 2019. “Si evidenziano in maniera assoluta due dati significativi. Nel 2016 l’ente ha pagato 1.443.364,61 di interessi passivi per anticipazioni di cassa, una cifra incredibile che nel 2017 è divenuta 799.999,51 , altrettanto preoccupante. Dal secondo semestre 2018 a tutto il 2019 l’importo dovuto per interessi è pari ad 3.811,99, peraltro si evidenzia che al II semestre 2018 non si è fatto ricorso ad anticipazioni di cassa e nel 2019 si è dovuto ricorrere all’anticipazione solo per un mese a causa della tardiva discussione e successiva approvazione del Consuntivo 2018 da parte del Consiglio Comunale. Non sono solo dati, non sono solo numeri , sono la sintesi del balordo sistema di gestione del Comune di Messina che dal 2012 ha sottratto risorse in gestione corrente per un totale di 3.976.778,06 euro , soldi sottratti alla realizzazione di opere ed interventi di cui la città aveva bisogno e che oggi con grandi sacrifici stiamo portando avanti”.
“Il fattore tempo è importante, è fondamentale – afferma De Luca – e lo dimostra questa analisi impietosa relativa allo sperpero di risorse pubbliche a cui la città è stata costretta in tutti questi anni. Si ribadisce, non numeri buttati li tanto per essere dati, sono analisi concrete sul sistema di gestione dell’Ente, nel 2015 il Comune di Messina ha usufruito di una anticipazione di cassa non restituita entro la data del 31.12.2015 per € 70.522.761,47. Tale condizione, così come nel 2012 e nel 2013 ha comportato, l’anomalo fenomeno in base al quale alla data del 31 dicembre di ogni anno esisteva una minima disponibilità di cassa che in realtà scontava l’effetto della erogatone dell’anticipazione, quindi ad esempio nel 2015 ancorché il saldo di cassa “vincolata” era di € 2.411.158,01 in realtà l’ente aveva una reale posizione di – € 68.111.603,46. Un ente che nei fatti non è mai riuscito a creare le vere condizione per una importate solidità economico finanziaria. Nell’anno 2018 si riesce finalmente ad assestare un reale saldo di cassa pari ad € 45.308.229,06 e nel 2019 addirittura un saldo positivo di € 71.210.383,85 depositato presso l’ente tesoriere. Si precisa per altro che negli anni dal 2014 al 2017 (a parte il 2015) l’entità della anticipazione risulta tutta restituita solo in considerazione del fatto che negli ultimi giorni dei mesi di Dicembre sono state incassate le somme dei trasferimenti nazionali; Una vera e propria illusione “ottica” derivante dal fatto che ogni anno l’ente è stato costantemente in anticipazione utilizzando i soldi del tesoriere che rientrava in cassa solo per effetto del trasferimento ministeriale. A tutto questo sistema deve aggiungersi un importate analisi legata sempre al fattore tempo nella gestione amministrativa non solo dell’ente ma anche della strategia nelle sue partecipate. Da ieri l’Amam è finalmente uscita dal mercato della salvaguardia producendo un risparmio medio mensile di circa 150 mila euro, ovvero un risparmio annuo di circa 1,8 mln di euro”.
“E quindi mi chiedo e mi domando, ma anziché prevedere di pagare gli utili al Comune così come previsto dal Prfp , perché non si è fatto in modo di uscire prima dal regime di salvaguardia producendo magari negli ultimi 5 anni un risparmio di 9 mln utili magari a garantire un servizio sacrosanto come l’acqua a tutti? La risposta è sempre quella: buona gestione amministrativa e rispetto dei tempi. Ed ancora, l’azienda speciale Atm, fiore all’occhiello del trasporto pubblico locale, si porta in pancia circa 1 mln di euro per interessi moratori per debiti non pagati ai fornitori ( circa 100 mila euro annui dal 2013 in avanti con una impennata di circa 600 mila euro nell’anno 2016). A questo importo deve sommarsi 1,7 mln di euro relativo ad interessi per anticipazioni bancaria che ha visto Atm in costante condizione di anticipazioni di cassa che ha certamente caratterizzato in maniera scomposta la cattiva gestione dell’azienda speciale E mi domando ancora, ma se i debiti fuori bilancio che la questa Giunta ha predisposto al Consiglio Comunale nell’ambito del Salva Messina si fossero approvati dal 2013 in poi magari non avremmo potuto risparmiare quel milione di interessi legali in più che abbiamo pagato per i ritardi già consolidati e che hanno avuto certamente ulteriori 5 anni di dilazione?”.
“In sostanza – conclude De Luca – dalla disamina sinora evidenziata dal 2012 al 2018 il Comune di Messina e le sue principali partecipate hanno appesantito le casse dell’Ente per un importo complessivo di 29 milioni 084.819,82 euro. Quanti soldi persi o buttati, quante occasioni di sviluppo perse, 18 mesi non sono tanti ma non sono neanche pochi, sono stati sufficienti a scattare una fotografia mai veramente fatta e sono stati sufficienti per dettare i nuovi tempi di una rivoluzione amministrativa che, forse, qualcuno non ha ancora compreso fino in fondo. Ormai anche questa vergogna fa parte del passato, perché dal 2019 abbiamo messo i conti a posto e non abbiamo più sprecato risorse”.