Una nuova prospettiva all’orizzonte per la fruizione dei beni che appartengono al patrimonio della Chiesa in Sicilia. Il tentativo di aprire questa strada è del sindaco di Taormina e leader di Sud chiama Nord, Cateno De Luca, che nelle scorse ore ha incontrato monsignor Antonino Raspanti, presidente della Conferenza Episcopale Siciliana (Cesi) e ha avanzato la proposta di aprire ai cittadini beni che in alcuni casi oggi non sono fruibili alla collettività.
“Ho avuto un proficuo confronto con Sua Eccellenza Antonino Raspanti, presidente della Conferenza Episcopale Siciliana – spiega De Luca – e la mia vasta esperienza amministrativa, ho sollevato l’importante questione della destinazione del patrimonio immobiliare ecclesiastico non utilizzato per scopi di culto. In sostanza ho proposto a Raspanti di considerare una strategia di valorizzazione di questi beni a fini turistici e occupazionali, rendendoli accessibili al tempo libero anziché lasciarli chiusi e inutilizzati, con il rischio di perderli a causa dell’incuria del tempo. Mi sono reso disponibile per una collaborazione che promuova il bene comune, unendo il mondo della politica e quello ecclesiastico”.
L’auspicio espresso da De Luca è che dalla Conferenza Episcopale Siciliana possa arrivare un’apertura su questa opportunità, che potrebbe diventare un modello di riferimento in Sicilia ed anche poi in altri territori per ottimizzare la gestione di siti che in diversi casi rischiano di rimanere nel “limbo” e per i quali si potrebbe determinare un’apertura funzionale e un ruolo anche strategico nelle dinamiche sociali delle comunità. Questa ipotesi potrebbe poi, ovviamente, essere modulata e pensata, sempre in un discorso di condivisione e sinergia tra l’ambito politico ed amministrativo e quello ecclesiastico, sulla base delle peculiarità dei singoli territori. Le finalità turistiche ed occupazionali potrebbero così trovare nuova ed ulteriore linfa attraverso il patrimonio della Chiesa e la rifunzionalizzazione e valorizzazione di siti che non sono utilizzati per finalità di culto e che rischiano di finire spesso in una condizione di abbandono. Adesso, ovviamente, sarà la Conferenza Episcopale Siciliana a fare le valutazioni del caso.