E’ durata poco più di due mesi l’intesa, siglata con tanto di accordo dal notaio, tra l’ex sindaco di Messina, Cateno De Luca, lanciato verso la presidenza della Regione, e l’europarlamentare Dino Giarrusso, ex M5S ed ex Iena. Insieme hanno creato il movimento meridionalista Sud chiama Nord ma le ultime vicende, con le Politiche anticipate al 25 settembre hanno fatto saltare i tempi del cronoprogramma.
Se nell’immediato entrambi hanno dichiarato di essere pronti per presentare liste e candidati senza sensi d’inferiorità, strada facendo qualcosa non ha funzionato e tra i due si è consumata la rottura. Lo ha annunciato in diretta facebook lo stesso De Luca, che oggi è a Roma per una tre giorni in chiave nazionale e terrà una conferenza stampa alla Camera giovedì mattina.
Da quel che si apprende il motivo del divorzio dopo un matrimonio lampo è legato ad alcuni criteri che De Luca vuol applicare nel predisporre le candidature. Il principio è quello della territorialità, ogni candidato deve appartenere al collegio nel quale si schiera. Nessun nome quindi calato dall’alto. Probabilmente lo scontro si è consumato sul collegio di Catania là dove il rivale di Sicilia Vera potrebbe essere Salvo Pogliese e proprio lì Cateno De Luca avrebbe voluto schierare le forze d’impatto (quindi forse lo stesso Giarrusso).
Bocche cucite sebbene alcune indiscrezioni indichino tra le motivazioni anche alcune sirene romane per Giarrusso da parte di ormai ex compagni pentastellati che potrebbero ritrovarsi in un percorso comune. “La rivoluzione non si può fare con l’impegno solo degli altri. Bisogna esserci in prima persona” ha detto De Luca (con termini più coloriti per la verità)
Lui tira dritto, ha già avuto incontri con movimenti politici della Calabria e della Campania e si appresta a tirare le fila entro un paio di giorni. Entro il 14 agosto devono essere depositati i simboli ed entro il 22 le liste.
Strada facendo ha perso Sgarbi (che si è subito tirato indietro anche perché sarà schierato in un collegio blindato da Berlusconi) e Giarrusso. Dalla sua, salvo altri divorzi, ha Pino Aprile. L’obiettivo, dice è raggiungere un 4% a livello nazionale ma il cuore della strategia è la Sicilia, in particolare il Senato per il quale l’assegnazione dei seggi è su base regionale. L’election day è sempre più improbabile così Cateno De Luca ha invertito l’ordine dei fattori e si appresta a concorrere per Politiche prima e Regionali poi. Un’ unica campagna elettorale da solo contro tutti. Ai candidati chiederà doppio impegno, puntando soprattutto sui sindaci e su quanti sono presenti sul territorio. Punta a “colpire” in alcuni collegi uninominali ben sapendo che la sfida è molto ardua.
Ha quindi sospeso temporaneamente la sfilza di tour per ultimare i dettagli a Roma. Il programma è quello di costruire da zero un partito meridionalista che non elemosina ma che ribalta i termini. E’ il Sud che chiama il Nord.
“Non farò la guerra dei cretini, è fondamentale la qualità dei nostri amministratori- ha detto De Luca- Il Nord non ha colpe se abbiamo spesso classe politica non all’altezza. Più noi siamo zavorra più il nord ci tartassa, più l’Europa guarderà altrove, le aziende se ne andranno”.
Nella diretta di questa mattina ha annunciato: “Credo che Pogliese sarà candidato al Senato e io lo sfido. Abbiamo visioni diverse della politica. Io sono pronto, non ho alcuna poltronite e voglio fare emergere la nuova classe dirigente anche a livello nazionale. Nessuno si aspettava che io riuscissi ad organizzarmi anche a livello nazionale. Ebbene quando hanno sciolto le Camere in 48 ore in Sicilia si pensò all’election day per battermi, pensando che non ero pronto per competizioni nazionali. Ma io sono qui”.
De Luca spiega quindi che la discesa in campo per le Politiche ha gettato scompiglio in almeno tre collegi considerati sicuri in Sicilia, là dove per chi credeva di avere la vittoria in tasca senza neanche affaticarsi, è di nuovo tutto in discussione. “Gli uninominali sono a rischio per tanti, da Messina ad Enna….. Il centrodestra è compatto almeno all’apparenza, il centrosinistra è diviso. Allora vi dico, dove sta scritto che i collegi uninominali saranno tutti di centrodestra e centrosinistra? Noi siamo i destabilizzatori, facciamo saltare i banchi e cambiamo il quadro. Faremo la guerra degli stuzzicadenti, ma siamo pronti” L’ultima avvertenza: no a candidati uscenti o in fuga da altri partiti nei quali sono stati fino a poche ore fa.