Cateno De Luca rompe con il centrosinistra e apre ad un nuovo clamoroso scenario sulla parabola politica del suo movimento Sud chiama Nord e soprattutto sul proprio percorso. Il leader di Sud chiama Nord e sindaco di Taormina si dice disponibile anche a rinunciare alla sua candidatura alla presidenza della Regione. Lo ha annunciato oggi in conferenza stampa, a Messina, in vista del futuro, di “preferire fare il numero due di un nuovo centrodestra che il capo dell’opposizione”.
E’ la scelta maturata da De Luca che annuncia “l’avvio di una nuova fase”, a seguito dei molteplici segnali arrivati dalle segreterie romane del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle che non hanno aperto alla possibilità di una candidatura alla presidenza della Regione da parte di De Luca con il sostegno delle forze di centrosinistra, ma nemmeno all’ipotesi di primarie da indire e programmare in Sicilia con almeno un anno di anticipo rispetto al futuro voto per le Regionali.
Il centrosinistra in Sicilia ha altri piani ma soprattutto sono le segreterie nazionali dei democratici e dei pentastellati che, in sostanza, avrebbero espresso posizioni distanti dalle valutazioni di De Luca e poco convincenti agli occhi del sindaco di Taormina, che ora rimarca: “Non coltivo schemi velleitari e non mi sacrifico per perdere già in partenza, guardando al futuro preferisco fare anche il numero due di una buona amministrazione e potendo incidere in un governo che dia una svolta alla Sicilia e ai siciliani”.
E dopo la missione effettuata in settimana nella capitale, De Luca ha deciso di rompere gli indugi. Il parlamentare di Fiumedinisi ha deciso di “silurare” la sinistra, non intende riproporsi in una candidatura solitaria contro i due maggiori poli e ha aperto una porta ad un dialogo per il futuro con il centrodestra, dicendo in termini chiari che non intende restare all’opposizione anche nella prossima legislatura.
“Con il centrosinistra – ha dichiarato De Luca – collaboriamo all’Ars, ma a Roma no perché è stato detto no all’alleanza con Sud chiama Nord in Sicilia e Messina. Basta con il suicidio assistito del centrosinistra. Fanno gli oppositori di professione. A noi non interessa. Noi intendiamo la politica come strumento per bene collettivo. Noi non siamo professionisti della patente a punti. Dal 2022 siamo alternativi a posizioni consolidate e assetti di potere in Sicilia. Basta a coloro che sono stati fautori dello sfascio della Sicilia. Così non c’è alternativa, questa è un’anomalia da smontare”.
“Si apre una nuova fase – ha così annunciato De Luca -. Iniziamo un percorso di poter incidere. In azione politica traduciamo il nostro consenso. A Castelli e Gallo abbiamo dato e rinnoviamo il mandato di definire strategia nazionale. Io sono pronto a fare un passo indietro: non posso assistere ancora alle contraddizioni. Disponibile a fare un passo indietro per farne dieci avanti. Se si rompe lo schema rinuncio a fare il sindaco di Sicilia. Noi non siamo una forza nata per stare all’opposizione e se devo scegliere tra l’essere il capo dell’opposizione e l’essere il numero due della maggioranza, preferisco essere il numero due della maggioranza e di un nuovo centrodestra. Sennò prenderemo sempre schiaffi. Non sono velleitario. Entro il 2025, con assemblea iscritti, decideremo. Chi è rimasto qui ha attraversato il deserto. Ora si passerà ad accordi e chi ha resistito sarà premiato. No a primarie sei mesi prima. Faccio il numero due ma sì a alleanze serie. Ora si apre una nuova fase. Siamo opposizione all’Ars e all’opposizione rispetto a Schifani ma se possiamo essere utili ad un ricambio generale anche nel centrodestra noi non ci tiriamo indietro. Non siamo una forza che pur di stare in Parlamento sceglie l’opposizione a prescindere da tutto e allora siamo disponibili a mettere da parte le ambizioni e le velleità personali pur di cambiare il corso della storia siciliana. Non voglio passare per un politico velleitario, noi vogliamo incidere per aiutare la Sicilia e i siciliani”.