Il centrodestra accelera sul ddl Province all’Ars. E’ stato depositato questa mattina il testo che punta a riformare gli enti intermedi fra Comuni e Regione Siciliana. Un ddl che, rispetto a quello affossato in estate, torna ad un assetto vecchio stampo, ma con qualche innovazione. Il termine per gli eventuali emendamenti è previsto entro lunedì alle ore 13, mentre martedì dalle ore 10 si procederà all’esame e al voto in commissione Affari Istituzionali presieduta da Ignazio Abbate. Dopodiché, il ddl andrà all’Ars. I tempi sono stretti. Bisognerà votare l’atto entro la prima metà di novembre, ovvero prima del termine ultimo per avviare eventualmente la macchina burocratica delle elezioni di secondo livello. Dalle opposizioni però si annuncia già battaglia. E sulla maggioranza torna l’ombra del voto segreto.
Cosa prevede il nuovo ddl Province
Intanto, viene garantita la presenza di genere nelle liste provinciali, prevedendo un limite minimo di 1/3 nel rapporto di candidati fra uomini e donne. Ridotto invece il numero di assessori e consiglieri provinciali rispetto al passato, rendendo la macchina amministrativa più fluida. Secondo quanto previsto dalla bozza di ddl, i liberi consorzi con meno di 500.000 abitanti (Ragusa, Siracusa, Caltanissetta, Enna, Trapani e Agrigento) saranno composti da 25 componenti, i quali saliranno a 30 se si supera il limite di popolazione previsto. Nella composizione delle giunte dei liberi consorzi, è previsto che “nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40%, con arrotondamento aritmetico“.
Inoltre, chi ricoprirà la carica di assessore non potrà al contempo rimanere nel Consiglio dei Liberi Consorzi. Stesso discorso vale anche per le Città Metropolitane, dove peraltro si tornerà all’elezione diretta del presidente. In questi organi però è garantita la semplice “presenza di genere”, senza determinare soglie minime di rappresentanza obbligatoria. Con riguardo alle Città Metropolitane Messina avrà 35 consiglieri, mentre Palermo e Catania (che superano il milione di abitanti) ne avranno 40. Il numero di assessori previsti sarà pari ad un terzo del Consiglio Provinciale.
Abbate (DC): “Si dà rappresentanza ai territori”
La novità, circolata già ieri nei corridoi dell’Ars, è avvenuta fuori nel vertice di maggioranza voluto dal presidente Renato Schifani. Una traccia che già aveva dato il presidente nazionale della DC Totò Cuffaro che, all’ultimo comitato regionale del partito, aveva auspicato un voto in primavera. E forse sarà così. “Sono contento che la maggioranza si è convinta della possibilità per l’elezione diretta delle Province – ha commentato il deputato regionale della DC Ignazio Abbate –. Andare a votare con la legge Delrio significava non dare rappresentanza ad un ente che può dare tanto ai territori. Vigilieremo sull’approvazione veloce del testo nelle commissioni. Solo con l’ok entro la prima decade di novembre si può evitare l’elezione di secondo livello. Sono contento che la maggioranza è compatta sulla questione visto che il testo è stato firmato da tutti i capigruppo”.
Assenza (FdI) : “Non c’è pericolo di impugnativa da Roma”
Il testo è stato infatti firmato dai capigruppo Stefano Pellegrino (Forza Italia), Marianna Caronia (Lega), Carmelo Pace (DC), Giuseppe Castiglione (MpA) e Giorgio Assenza (FdI). E’ proprio l’esponente meloniano ad approfondire uno degli aspetti più critici del ddl, ovvero il possibile contrasto con il Governo Nazionale sulla legge Delrio. “Da Roma è arrivata un’accelerazione, fissando una road map per abrogare la legge Delrio entro la fine del 2025, votando in tutte le Province d’Italia entro il 2026. Qui in Sicilia, avendo competenze proprie sulla materia, possiamo dare un’ulteriore accelerazione andando a votare nel 2025 – sottolinea Giorgio Assenza –. Non c’è ragione di un’impugnativa da parte del Governo Nazionale, posto che c’è questa volontà a Roma. Il ddl è molto più snello di quello di prima. Riprende l’architettura del vecchio sistema, riducendo il numero di consiglieri ed assessori provinciali. Si semplifica la macchina amministrativa”.
Di Paola (M5S): “Chiederemo voto segreto”
Dalle opposizioni si annuncia battaglia. E’ il coordinatore regionale del M5S Nuccio Di Paola a dettare la linea. “Per me è una forzatura da parte della maggioranza o di una parte di essa. Sono pronto a ricorrere nuovamente al voto segreto, votando articolo per articolo il disegno di legge. Abbiamo già bocciato un ddl simile ad agosto. La Sicilia non può essere succube di una maggioranza litigiosa”.