I dipendenti pubblici in Italia sono sempre troppi. Se c’è poi una Regione che più delle altre viene ripetutamente messa all’indice e sottoposta alla gogna mediatica, con l’accusa di averne un numero esorbitante, quella è la Sicilia. Si tratta di credenze diffuse e radicate nell’immaginario collettivo che spesso non tengono conto delle statistiche e che ancora una volta, oggi, vengono sconfessate da una ricerca del Centro studi ImpresaLavoro, effettuata su dati dell’Istat e della Ragioneria Generale dello Stato.
Incredibile ma vero l’Italia ha meno dipendenti della Germania, mentre la Sicilia nella classifica regionale si colloca al 12° posto. Se si rapportano, infatti, i 3,142 milioni di dipendenti della pubblica amministrazione alla popolazione residente si scopre che la media italiana (5,18%) è inferiore a quella tedesca (5,70%) o spagnola (6,40%). Nell’Isola, invece, la media è del 5,32%. Si tratta dell’unica Regione a statuto speciale che non si trova nelle prime posizioni, occupate in ordine da Valle D’Aosta (9,05%), Trentino Alto Adige (7,40%), Friuli Venezia Giulia (6,75%) e Sardegna (6,58%).
Questi ultimi dati sfatano un altro mito diffuso non solo a livello nazionale ma anche nella stessa Sicilia. Quello secondo il quale la tanto discussa autonomia siciliana sia stata utilizzata dalla classe politica regionale per ingrossare le fila dei dipendenti nelle pubbliche amministrazioni locali, in chiave clientelare e assistenziale. I numeri, invece, sotto questo aspetto mettono sul banco degli imputati tre regioni del Nord.
Che poi in Sicilia ci siano stati fenomeni eclatanti di clientelismo e assistenzialismo è cosa risaputa, proprio come si sono verificati in molte altre regioni d’Italia. Così come è risaputa l’esistenza nell’Isola di tante persone pagate con i denari dei contribuenti che fanno poco o niente.
Pare comunque che la quantità di dipendenti non sia correlata all’efficienza amministrativa. In effetti, per fare in modo che la macchina amministrativa riesca ad erogare in modo efficiente i servizi di cui i cittadini e le imprese hanno bisogno conta più la capacità di saper gestire la forza lavoro di cui si dispone. Balza agli occhi, infatti, la presenza in fondo alla classifica di regioni più popolate ed economicamente più sviluppate come la Lombardia (4,02%) e il Veneto (4,51%).
È questo il vero punto dolente della Sicilia. Fa piacere, infatti, prendere atto che non abbia il record nazionale di impiegati pubblici, ma farebbe ancora più piacere scoprire che questi vengano utilizzati al meglio per far funzionare la pubblica amministrazione a Palermo come a Milano.