Lo scorso settembre il consiglio comunale di Partinico ha votato la variante urbanistica che ha permesso la delocalizzazione della distilleria Bertolino. Adesso i consiglieri di Alcamo ha mandato le osservazioni tramite Pec puntando il dito sull’organo consiliare partinicese colpevole di avere approvato una delibera a suo dire” viziata sia sul piano tecnico che formale“. Le osservazioni poste dai consiglieri di Alcamo erano già state presentate dal comitato intercomunale, di cui fanno parte anche Balestrate, Trappeto e Castellammare del Golfo.
In primis è stato contestato il fatto che l’area in cui dovrebbe allocarsi la distilleria è sovradimensionata rispetto agli impianti da insediare dell’industria in contrada Bosco Falconeria, all’interno del territorio di Partinico ma all’esatto confine con Alcamo. Inoltre viene fatto presente anche il mancato pronunciamento del Suap del Comune di Partinico all’interno del procedimento, lo sportello delle attività produttive. Tra le altre osservazioni anche l’impatto ambientale e visivo per i turisti che si ritroveranno davanti una ciminiera, al di là poi del suo reale effetto inquinante nell’aria, e la mancata attuazione di uno studio specifico: “Quantomeno sarebbe stato necessario lo screening previsto nella valutazione d’impatto ambientale”, evidenzia il consigliere comunale di Alcamo Vittorio Ferro.
Ambientalisti e consiglieri di opposizione di Partinico seguono la scia degli alcamesi. “Si tratta solo di una finta delocalizzazione – dice il consigliere Gianluca Ricupati (nella foto) – perché quello che sorgerà in contrada Bosco Falconeria sarà un impianto ex novo. D’altronde è la stessa distilleria che sostiene, nel progetto di massima depositato al Comune, che ha bisogno di riconvertirsi e spostare le sue attenzioni verso altre produzioni”.
Ma il sindaco di Partinico Salvo Lo Biundo respinge tutte le accuse sostenendo come si tratti di “inutili ostruzionismi” e ribadendo che nessuna norma è stata violata.