Palazzo d’Orleans resta un sogno da riconquistare a tutti i costi per il centrodestra. Ma la confusione regna sovrana. Primarie o non primarie? Questo il dilemma del centrodestra. Nello Musumeci è partito lancia in resta per far sì che la consultazione interna non resti una pia illusione. Tra gli alleati, però, non tutti credono al modello primarie. E c’è chi, in nome di un passato glorioso (leggasi 61 a 0), di una presunta maggioranza “relativa” in seno alla coalizione, di primarie non vuole saperne proprio, magari imponendo dall’alto un candidato gradito all’inquilino della Villa di Arcore.
Così, tra i ranghi di “diventerà bellissima”, parte la sfida a chi non vuole sfidarsi. A parlare è Giusy Savarino (nella foto), portavoce del movimento che sostiene la candidatura di Nello Musumeci. “Non è una forzatura immaginare che il prossimo candidato alla presidenza della regione possa essere scelto con il metodo democratico delle primarie – sostiene l’ex parlamentare Udc – Non neghiamo per questo le resistenze che possano esserci in alcuni, Berlusconi in primis, ma quello che sta succedendo a Palermo, a tre mesi dalle elezioni, ci conferma la difficoltà a trovare convergenze attorno ad un tavolo e la necessità che le primarie siano celebrate. Solo così si potrà scegliere il candidato più forte che oggi più che mai potrà essere anche il vincente. Noi di #DiventeràBellissima ne siamo convinti, e abbiamo già Nello Musumeci in pista“.
Ma perché le primarie diventano un mantra? L’analisi del portavoce porta dritti dritti al caso (caos?) di Palermo. Nel capoluogo siciliano, a pochi giorni dalle consultazioni per il rinnovo del consiglio comunale e la scelta del primo cittadino, il centrodestra si presenta confuso, in ordine sparso, modello trainspotting. Finora “hanno deciso di non decidere”.
“Ripetere errori passati o gli errori di oggi su Palermo città, dove tutti sono in campo tranne il centrodestra, devono insegnarci qualcosa – spiega Savarino – In questi mesi è innegabile il mio personale sforzo nel rinsaldare i rapporti all’interno del centrodestra, ho incontrato più volte sia Gianfranco Miccichè che Saverio Romano, ma anche Angelo Attaguile, Gianpiero Cannella, Antonio Triolo, Rino Piscitello, e tanti altri, e tutti insieme abbiamo condiviso il metodo delle primarie, e su una cosa abbiamo sempre concordato, il core business del centrodestra è la sua unità. Lo sforzo che tutti noi siamo chiamati a fare è uno sforzo di fiducia e lealtà, non solo verso le donne e gli uomini di quest’area politica, ma verso le nostre idee, verso il nostro progetto di speranza per la Sicilia, la nostra gente attende risposte, non vuole altre domande, dubbi e incertezze. Non accetta alibi. È il tempo di scegliere. La politica, quella vera ha una mission, scegliere“.