Questione Rap e rifiuti a Palermo ancora in bilico. “Preoccupante la situazione che vede stazionare negli spazi adiacente il TMB montagne di rifiuti, e che con le prime piogge sicuramente sarà una bomba ecologica, perché il percolato che si forma va ad inquinare le falde acquifere“, afferma Sandro Terrani, capogruppo del Mov139.
Nella discarica di Bellolampo, al momento, sono depositate circa 18 mila tonnellate di rifiuti in attesa di trattamento. E le piogge hanno acuito l’emergenza. L’Arpa, infatti, ha inviato una diffida alla Rap.
“Malgrado l’approvazione della Delibera del 31 marzo 2019 che ha visto aumentare il gettito della Tari che è passato da 122 a 128 milioni di euro, (quindi 6 milioni in più di cui 2 destinati al Fondo Crediti, visto che un palermitano su 3 non paga) – prosegue Terrani – che ha significato dare soldi in più alla Rap, la città è ancora invasa di rifiuti e non si riesce a recuperare l’arretrato ancora da raccogliere”.
“Proprio in questi giorni ho avuto delle segnalazioni da residenti della seconda, terza e quinta Circoscrizione che hanno lamentato la mancata raccolta dei rifiuti solidi urbani, segnalazioni che puntualmente ho girato per competenza a Rap, e che ad oggi non si è riusciti ad eliminare, con il pericolo alla salute pubblica dei cittadini. Bisogna lavorare ad un serio ed efficiente piano industriale che dia un servizio eccellente e nel contempo garantisca i livelli occupazionali della Rap, dove mancano circa 500 unità in organico”, secondo il consigliere comunale.
“Molteplici i problemi che Rap non riesce a risolvere malgrado l’apertura dei primi 2 CCR, (Centri Comunali di Raccolta), che devo dire sono stati apprezzati ed assaltati dai cittadini residenti, ma la raccolta differenziata è ben lontana dal 65% prevista dal dlgs 152 del 2006, infatti al 31 marzo 2019 la percentuale è ferma al 20%, ben al di sotto di quanto previsto”, spiega il capogruppo.
“Sarebbe l’ora di pensare seriamente di realizzare i termovalorizzatori così come è stato fatto in altre regioni d’Italia, come per esempio il termovalorizzatore di Acerra in Campania, che tratta rifiuti non pericolosi per la valorizzazione dell’energia in essi contenuta.
Sulla loro pericolosità la comunità scientifica è profondamente divisa, ma le strutture nuove a norma con le leggi europee vigenti vengono considerate molto sicure”.
“La raccolta in discarica è una tecnica ampiamente più inquinante, quello che viene gettato filtra nel terreno e inquina tutte le falde acquifere che incontra facendolo poi disperdere nel terreno. Dunque, se la Sicilia, se non si adegua al passo delle nuove tecnologie, che hanno emissioni al di sotto delle soglie europee di inquinamento, ed una buona e continua raccolta differenziata, facendo una seria campagna di informazione con incentivi per i cittadini, non potremmo mai arrivare allo Zerowaste (rifiuti zero)”, prosegue il consigliere.
La sesta vasca è stata chiusa il 25 luglio 2019 con un ulteriore aggravio per la società partecipata che è costretta a conferire i rifiuti a Catania, “ma resta ancora il mistero di chi pagherà i 20 milioni di euro necessari nei prossimi 9 mesi per il conferimento fuori Palermo, mandato che era stato dato con la delibera all’ufficio Ambiente, che entro il 30 giugno 2019 doveva, d’accordo con Rap ed SRR, aggiornare i costi attualmente dedotti nel piano tenendo conto proprio dell’esaurimento della sesta vasca e dei tempi di realizzazione della settima” conclude Sandro Terrani.
“Meglio tardi che mai – afferma Sabrina Figuccia, consigliere comunale di Palermo dell’Udc – Sia pure a distanza di oltre due settimane, il nostro esposto ed i nostri appelli sulla drammatica situazione in cui versa la discarica di Bellolampo sono stati finalmente ascoltati, tanto che adesso l’Arpa regionale ha imposto alla Rap ed al Comune di smaltire immediatamente le migliaia di tonnellate di rifiuti accatastate sui piazzali della discarica”.
Figuccia prosegue: “Il nostro grido d’allarme, che qualche “trombone” aveva definito “solito allarmismo”, è la tragica realtà dell’enorme bomba ecologica che rischia di abbattersi sull’intera città, soprattutto con il biogas ed il percolato che inquinano atmosfera e falde acquifere. Finalmente, anche lo stesso presidente della Rap, Giuseppe Norata, ha ammesso le proprie responsabilità. Adesso, ci aspettiamo che la stessa operazione di trasparenza la faccia il sindaco Orlando, ed ammetta che aver trasformato la defunta Amia in Rap non è stata altra che una manovra di facciata, come cercare di abbellire un cadavere putrefatto, un’operazione fatta soltanto per garantirsi la rielezione a sindaco due anni fa”.
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