Il count down è arrivato a fine corsa: da oggi i deputati all’Ars maturano i requisiti per andare in pensione dopo appena 4 anni 6 mesi e un giorno di permanenza a Sala d’Ercole.
E così, mentre per i comuni mortali ci vogliono in media 42 anni di lavoro, per i parlamentari regionali eletti nella scorsa competizione del 2012, questo diritto matura proprio a partire da oggi.
Per ricordarcelo c’è voluto il Movimento 5 Stelle, che per oggi ha organizzato una passeggiata con il titolo #bastaprivilegi e che ha annunciato che se dovesse andare al governo toglierà questo beneficio una volta per tutte. Per l’amor del cielo, non è che sia un mistero e nemmeno un reato, perché si tratta di un diritto di cui godono i parlamentari, previsto dalla normativa attualmente in vigore. Quel che fa ancora più rabbia, però, è che a fronte di un simile privilegio, non pare proprio che i nostri deputati regionali in questi anni abbiano brillato per dedizione e senso del dovere.
Prova ne è questo 2017, nel quale dopo avere approvato una manovrina indolore, l’Ars ha rinviato il grosso dei provvedimenti economici ad un secondo tempo con data da destinarsi, che in molti giurano non arriverà mai. Il tutto, perché in questo periodo di lavorare non se ne deve nemmeno parlare, visto che ci sono le amministrative in molti comuni dell’Isola.
E dopo… Beh comincia la lunga rincorsa che porterà alle elezioni regionali del 5 novembre. Per cui, la manovra bis resterà quel libro dei sogni che già è, ma ovviamente soltanto sulla carta. I problemi e le emergenze dei Siciliani, ben lungi dall’esser risolti, invece, restano sempre lì a testimoniare il baratro in cui è piombata l’Isola, ma in compenso i deputati regionali siciliani la loro certezza per la vecchiaia l’hanno già bell’e maturata.
E dunque, un plauso per i futuri pensionati in giacca e cravatta dell’Assemblea regionale siciliana. Sono riusciti a fare quello che per milioni di Italiani è un traguardo spesso irraggiungibile: assicurarsi una rendita dopo una manciata di anni di “lavoro”.