La valorizzazione, sia in termini di tutela, che di promozione e commercializzazione, dei prodotti d’eccellenza siciliani è sempre stata una delle prerogative portate avanti dalla giunta della Regione Siciliana e sviluppate dall’Assessore all’Agricoltura Edy Bandiera.
Un indirizzo preciso che trova riscontro in diverse decisioni prese anche di recente, come il lavoro svolto con la Nocciola dei Nebrodi, la cui tutela in termini produttivi e ambientali rientra tra le misure contenute nell’estensione del PSR 2014-2020 e la decisione di stanziare, alla luce del prolungarsi dell’emergenza Covid, fondi di sostegno per chi lavora sui prodotti d’eccellenza siciliana.
Una decisione quest’ultima, che magari non fa scuola nel senso più stretto del termine ma che sembra comunque poter essere anticipatoria di un trend che, in tempi difficili come quello che stiamo vivendo, mette al centro della ripartenza il territorio e le correlate prerogative agroalimentari e culturali che contribuiscono tanto alla fama quanto alla vita e alla sopravvivenza di un dato luogo.
Anche la Sardegna, accomunata alla Sicilia dalla dimensione insulare e da un legame viscerale con la terra e ciò che di straordinario ha da offrire, è andata nei giorni scorsi in questa direzione, stanziando fondi per il sostegno ai produttori Doc e Igp.
La ripartenza dalla terra negli anni segnati prima dalla recessione e poi dalla pandemia è stato nella maggior parte dei casi un nobile intento finito col diventare un mantra salmodiato senza risvolti pragmatici. In questo caso bisogna riconoscere che la Sicilia, nella cui bellezza rientra a pieno titolo la dimensione agricola con le sue eccellenze, ha fatto assolutamente eccezione.