“Se lunedì mattina ci dovesse essere un solo eletto del Movimento 5 Stelle a Corleone ritirerò subito il simbolo”. Lo afferma il vicepremier e ministro Luigi Di Maio, in merito alla possibilitàdi elezione di consiglieri comunali nelle liste pentastellate in vista delle elezioni di domani nel Comune del Palermitano.
“Non posso rischiare – prosegue – che anche un solo candidato eletto abbia avuto un solo voto dalle organizzazioni criminali”. L’imbarazzo e il caos all’interno del M5S è forte, dopo la scoperta della foto tra il candidato sindaco M5S Maurizio Pascucci e un parente di Bernardo Provenzano.
In ballo l’ipotesi di procedimenti disciplinari nei confronti del deputato Giuseppe Chiazzese, che secondo Pascucci avrebbe incontrato il nipote di Provenzano e concordato la foto finita sui social network: “Voglio verificare se la foto è stata concordata con Chiazzese, cosa detta da Pascucci, ma fatemi dire che questa vicenda è surreale perché le uniche famiglie a cui bisogna stare vicino sono quelle vittime della mafia. Bisogna rafforzare il dialogo con le famiglie dei testimoni di giustizia e delle vittime mafiose, non con quelle dei mafiosi”, ha precisato in evidente imbarazzo Di Maio.
“Non ho avuto modo di sentirlo. Sono un ministro prima ancora che il capo politico del Movimento. Lo Stato non tratta con la mafia, non parla con la mafia e neanche deve dare segnali di vicinanza a questo mondo.
Quella foto, sebbene fatta in buonafede, non è stata minimamente concordata con me, e comunica a quel mondo qualcosa di malsano perché dice che ‘qui il Movimento è vicino al nipote di Provenzano’ e se fossi andato al comizio avrebbero detto che ‘Di Maio è vicino al nipote di Provenzano’, non è che poi quel mondo si mette in testa di votare il Movimento perché si aspetta qualcosa da noi? Io ho subito tagliato questo cordone ombelicale che si stava creando e non metterò mai in dubbio che lo Stato sia contro la mafia. Presto andrò a Corleone a incontrare la stragrande maggioranza di persone oneste. Ieri andare li’ sarebbe stato un segnale deflagrante per tutto il Paese”.
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