Le alleanze ufficiali dei partiti politici vengono meno in numerosi località per le amministrative in Sicilia. L’emblema è il caso di Agrigento. Sette sono i candidati a sindaco per le prossime elezioni, che si svolgeranno il 4 e il 5 ottobre. Il centrodestra è spaccato su ben 4 candidati. Stessa cosa per il centro sinistra e il movimento 5 stelle, per i quali saranno due i candidati. Circa 500 le persone iscritte nelle varie liste che dovranno sgomitare per i 24 posti disponibili in consiglio comunale.
Non sarà una passeggiata di salute per il sindaco uscente Lillo Firetto che sarà sostenuto da ben sette liste civiche. Oltre che giocarsela con l’ex primo cittadino Marco Zambuto e Francesco Miccichè, Firetto dovrà misurarsi con il presidente del consiglio comunale Daniela Catalano e Marcella Carlisi del Movimento 5 stelle.
A questo elenco si aggiunge anche la candidatura del consigliere comunale Angela Galvano appoggiata dalla lista 100 passi di Claudio Fava.
Insomma: le amministrative di Agrigento sono come se fossero un puzzle composto da numerosi pezzi, senza una vera e propria unità di coalizione.
Se a Roma il Pd di Zingaretti tiene in piedi il governo Conte Bis insieme ai grillini, ad Agrigento il partito di Beppe Grillo andrà da solo. Il partito democratico non sosterrà neanche la lista civica dei 100 passi, anzi, si vocifera che proprio il deputato regionale del Pd Michele Catanzaro appoggerà il candidato Miccichè. Proprio un big sponsor del medico di Agrigento è il vice presidente autonomista di Palazzo dei Normanni: Roberto Di Mauro.
Nel frattempo Fratelli di Italia e la Lega si defilano dalla candidatura dell’ex renziano Marco Zambuto approdando sulla candidatura della Catalano. Quindi: chi sosterrà l’ex del Pd in questa corsa politica? Udc, Diventerà Bellissima e Forza Italia. Numerosi sono stati i personaggi della giunta di Musumeci che in questi giorni sono arrivati ad Agrigento per incontri ed appuntamenti elettorali. La responsabilità del candidato Zambuto è alta in quanto se dovesse non farcela sarebbe un tonfo politico anche nei confronti del governatore Musumeci e di gran parte della sua giunta.
Una sfida elettorale che porterà sicuramente numerose sorprese e forse alcune lotte fratricide. I primi scontri politici tra colleghi dello stesso partito sono avvenuti tra le fila dei Popolari ed autonomisti. La scelta del deputato regionale Carmelo Pullara di sostenere il sindaco Firetto ha fatto storcere il naso al vicepresidente Di Mauro e a numerosi componenti del partito. Tanto da cacciarlo attraverso una nota congiunta. Ma al momento nessuna ufficialità del divorzio tra i ‘lombardiani‘ e il capogruppo all’Ars Pullara.