Il coordinatore regionale del M5S, Nuccio Di Paola, raggiunto telefonicamente da ilSicilia.it, ha tirato le somme di questa campagna elettorale, al netto dei risultati ottenuti all’election day. Il portavoce dei grillini in Sicilia torna all’Ars, eletto nei tre collegi provinciali di Palermo, Caltanissetta, e Catania.
“Attendo che i risultati e i riconteggi siano definiti e di essere proclamato nei tre collegi, poi assieme a tutto il Movimento 5 stelle e con il presidente Conte condividerò la scelta del collegio seguendo un criterio chiaro e limpido”.
Di Paola è volato a Roma insieme alla squadra siciliana che varcherà le porte del parlamento nazionale. E con il leader Giuseppe Conte tutti pronti per tracciare le linee guida di questa nuova stagione politica.
“Abbiamo eletto 11 siciliani per rappresentare la Sicilia, 7 deputati alla Camera e 4 al Senato. Abbiamo fatto una serie di incontri, tra l’altro c’è stata la riunione plenaria con tutti i deputati e i senatori del Movimento 5 stelle e con il Presidente Conte, che ha tracciato un bilancio e ha detto tutto quello che faremo nelle prossime settimane come opposizione”.
Ma venendo al nocciolo della questione, Di Paola ha fatto un riepilogo del voto alle politiche e alle regionali. E i risultati ci sono.
“Ne usciamo con un forte entusiasmo e lo dimostrano anche i sondaggi di questi giorni che continuano a dare in crescita il Movimento 5 stelle. E sul fronte nazionale noi vinciamo ben due uninominali, nessuno ci avrebbe mai scommesso un centesimo, uno alla Camera e uno al Senato e quindi abbiamo raggiunto un risultato importante”.
Ad un certo punto Conte rompe l’alleanza giallo-rossa sia nella Capitale che sull’Isola, ufficializzando il nome di Nuccio Di Paola come candidato alla presidenza della Regione 25 giorni prima del voto. Si decide di correre da soli in questa importante e doppia partita.
“Alle regionali prendiamo il 15% a fronte di un 41% da parte del presidente Schifani, però eleggiamo 11 deputati rappresentando praticamente tutte le province tranne, purtroppo, Enna. Un risultato che ci gratifica anche perché, a livello di percentuale, siamo la prima forza d’opposizione e anche come numeri. Siamo il terzo partito in Sicilia, a Roma il primo”.
“Adesso, da coordinatore regionale sto cercando di alimentare ancora di più l’entusiasmo, perché a breve pubblicheremo il regolamento di gruppi territoriali e andremo a strutturare l’azione del Movimento 5 stelle città per città, certificando e identificando tutte quelle persone che vogliono fare azione politica con noi, oltre alla nomina da parte di Giuseppe Conte dei referenti provinciali. Una vera e propria azione di ristrutturazione che adesso continueremo a fare nei prossimi giorni. Durante la campagna elettorale abbiamo portato una visione di Sicilia e che vogliamo perseguire, perché la nostra non è stata solo una proposta di opposizione sterile ma abbiamo indicato delle soluzioni a problematiche che riguardano la nostra Regione siciliana. Ho portato avanti un’agenda con temi molto sociali. Con il PD c’è stata la divergenza anche visioni. Credo che i siciliani abbiano premiato le scelte che abbiamo fatto col Movimento 5 Stelle e il nostro modo di portare avanti quelle tematiche di cui abbiamo sempre parlato. Non ci sono state da parte dei vertici del partito democratico delle scelte ragionevoli, cioè sono andati a cercare Azione di Calenda che poi gli hanno dato il benservito. Il PD per certi versi ha perso la bussola a furia di allargare questo perimetro di alleanze. Noi abbiamo conservato la nostra identità, abbiamo valorizzato il nostro percorso di questi anni e raccontato poi durante la campagna elettorale. Noi ci proponiamo come perno centrale di un campo progressista vero da costruire”.
Sul reddito di cittadinanza, tema molto dibattuto in campagna elettorale da parte di tutte le forze politiche, ci sono delle novità.
“Abbiamo sempre detto che da parte nostra c’era la volontà di mantenere il rdc e di migliorarlo. Noi avevamo delle proposte sulle politiche attive, competenza che spetta alle Regioni, e la Sicilia, di fatto, in questi anni non ne ha mai fatte. Pensiamo ai centri per l’impiego che non funzionano, ai concorsi e a tante situazioni che non sono mai state concretizzate da parte di chi ha governato la Regione Siciliana. Spingeremo adesso il nuovo governo regionale ad attuare le politiche attive, necessarie per completare il reddito di cittadinanza”.
L’ultima legge approvata dall’Ars è finita sotto la scure del CDM che ha impugnato alcune norme relative alle “Variazioni al Bilancio di previsione della Regione Siciliana per il triennio 2022/2024”.
“Questa legislatura verrà ricordata, forse, per le innumerevoli impugnative, abbiamo toccato il record. Abbiamo fatto una proposta ben chiara: secondo me, ad oggi, questa Regione ha troppe leggi, circa 3000 in più rispetto alle leggi dello Stato che vanno a ingarbugliare ancora di più i cittadini. La nostra proposta prevede per questa legislatura pochissime leggi ma fatte bene, fare testi unici per tutte le leggi che in questo momento vanno in contrasto tra loro”.
E riprendendo l’ordinaria attività di Sala d’Ercole, “il caro bollette è il tema che affronterò nell’immediato all’Ars. Va trovata una soluzione per dare la possibilità ai siciliani, con costi nulli, di realizzare impianti fotovoltaici all’interno delle proprie abitazioni, in modo tale che a medio e lungo termine si possa risolvere questo problema. Poi c’è bisogno, subito, di un’immissione di gettito di fondi alle aziende, ai negozi e a tutte quelle piccole attività che in questo momento rischiano di chiudere perché non ce la fanno a sostenere i costi del caro energia che sono veramente troppo alti. Parallelamente si deve affrontare sempre il tema della sanità”.