L’elezione di Fabrizio Ferrandelli alla presidenza dell’assemblea di Più Europa, affiancato da Nicoletta Parisi e Carla Taibi come sue vice-presidenti, è la fotografia di un intenso lavoro di territorio, di politica attiva costante e che testimonia la presenza a Roma di un rappresentante delle istanze siciliane e soprattutto delle esigenze di una città critica come Palermo, ma che è possibile riqualificare in tutti i suoi punti deboli.
“E’ un bel grande riconoscimento nella top degli otto partiti italiani e sono contento. Un ruolo di guida nei processi nazionali con la possibilità di influire in prima persona perché significa essere presenti alle trattative e ai tavoli tematici, a Roma io ci sono e essere forti e presenti a Roma aiuta a essere incisivi sui territori”. E a proposito di appuntamenti politici, in vista delle amministrative nel capoluogo siciliano, e poi delle regionali, il neo dirigente nazionale spiega che “Da Roma sarà possibile seguire le dinamiche di territorio”. Infatti “l’assunzione di questo ruolo non è affatto secondaria nello scacchiere nazionale”, perché “pochi sono i siciliani che hanno posizioni apicali all’interno di partiti nazionali. La Sicilia è generalmente un granaio per prendere voti ma non ha mai espresso vertici nazionali nei gruppi dirigenti”.
“Più Europa, con Azione, lavora per un progetto politico che offra ai siciliani la possibilità di un voto europeista e liberaldemocratico, alternativo ai sovranisti oggi alla guida della Regione, e autonomo rispetto a Pd e M5S. Un progetto che guarda al futuro e che non accetta alcuna “opa” di natura diversa da queste basi che sono il presupposto di ogni discussione e convergenza”, ha detto Ferrandelli.
A proposito di coalizioni allargate per vincere la sfida elettorale del 2022 “Non sono impegnato a fare cene, perché credo che la politica abbia altri luoghi per sviluppare i dibattiti, a me piace fare politica all’aperto, mi confronto nei luoghi pubblici, nei luoghi delle aule parlando di temi e contenuti e non di patti”. E parlando della città “Non sono impegnato a mettere in piedi le alleanze prima dei progetti, ma il mio impegno è quello di creare una proposta politica che sia centrale rispetto agli schieramenti attuali per far crescere l’offerta liberaldemocratica ed ecologista ,così come abbiamo fatto a Roma: prima i programmi da far conoscere ai cittadini che non si riconoscono negli estremismi di destra e nei populismi di sinistra, di poter avere una proposta politica con idee concrete sulle cose da fare per la città e con persone esperte che abbiano competenza e conoscenza della macchina amministrativa e della città “, considerando che “la mia non è più un’esperienza locale come fu quella dei Coraggiosi, ma adesso è di supporto ad una linea politica nazionale e di convergenza con altre forze politiche, la stessa opportunità va data sia sul fronte della città che della Regione”.
Insomma, Ferrandelli non punta sui nomi dei possibili candidati nella corsa a Palazzo delle Aquile e a Palazzo d’Orléans, bensì il progetto che la persona porta avanti per migliorare il territorio perché “il nome è secondario, deve venir fuori un progetto per la collettività, mettendo da parte l’individualismo. Io vedo troppi personalismi, sento continuamente parlare di nomi, ne abbiamo contato circa 16 per la città di Palermo e una dozzina per la presidenza della Regione. E non si capisce per far cosa si candidano. Tutti pensano di poter stare con tutti a prescindere dai temi, io no!”
Il programma politico di Fabrizio Ferrandelli è ricco, guarda alla gestione dei rifiuti e della raccolta differenziata spinta e dei costi di contenimento in discarica a Bellolampo e alla mobilità sostenibile, allo sviluppo ecosostenibile di Palermo, con la realizzazione di opere pubbliche funzionali ai bisogni dei cittadini “Parlo a chi come me sostiene la mia linea di mobilità che mette in discussione la realizzazione della linea del tram in via libertà, pensando di aprire altre forme di mobilità, parlo delle fognature e della lotta al dissesto idrogeologico”.
Sull’inclusione europeista “Abbiamo assistito all’antieuropeismo della Lega, i grillini erano contro l’Europa, tutti erano contro, a parte noi tanto da farci il nome del partito. Oggi il governo è europeista, sono quasi tutti europeisti della domenica. E a noi va bene così, consapevoli di essere stati i pionieri di questo sentimento. Grazie a Emma Bonino, il nostro faro. A Benedetto Della Vedova, la nostra guida. Grazie a chi mi ha seguito. Una squadra di coraggiosi partita da Palermo e dalla Sicilia, che si è radicata in tutta Italia. A Roma, grazie alla nostra visione, alla nostra tenacia, sono stato eletto Presidente dell’Assemblea Nazionale di Più Europa. Un riconoscimento che condivido con i militanti di +Europa, straordinari per partecipazione a ogni singola battaglia. +Europa è il posto in cui le idee sono nette. Le battaglie sono scomode. Adesso avanti, per i diritti delle persone, per la dignità dei territori. Con coraggio.
“In questi tre anni sono cambiate tante cose. Lo stesso Parlamento ha eletto tre governi, con tre maggioranze e due Premier diversi. Abbiamo avuto una pandemia. Gli USA hanno cambiato Presidente, la Merkel è uscita di scena. L’Europa è più unita, più forte. Se oggi l’Italia è in crescita, dopo mesi di grande affanno, è perché l’Europa è intervenuta. Se oggi l’Italia è credibile, dopo mesi di sirene sovraniste, è perché abbiamo un Presidente del Consiglio convintamente europeista. Se oggi l’Italia può permettersi investimenti, sostegni, è grazie all’Europa. Tre anni fa c’era un solo partito a dire nettamente che bisognava smetterla con l’isolamento, con i nazionalismi, e guardare all’Ue. Questo partito era +Europa”, queste alcune delle tante ragioni, che secondo il consigliere comunale palermitano, fanno dell’Unione Europa una necessità per l’Italia, e per i suoi cittadini, in un momento storico particolare che è quello della pandemia da Covid19 e con le tantissime sfide che ci troviamo a dover affrontare in un mondo sempre più globalizzato e policentrico.
Poi c’è la grande occasione del Pnrr, una possibilità di riscatto economico per la Sicilia, e qui l’Europa si conferma come risorsa.
“Preparerò una class action, ci sono miliardi che arrivano dall’Europa e la Sicilia non è stata capace per incompetenza certificata dal ministero del gruppo dirigente siciliano di portare a casa un solo progetto. Se i dirigenti e i funzionari regionali non sono capaci, affidiamo il compito ad una società di gestione, ma non possiamo perdere queste risorse, per l’agricoltura, per le infrastrutture, per la promozione turistica e così via”
E’ una scommessa, Più Europa non si accontenta dell’offerta politica attuale e dopo 10 anni di cammino fatto di progetti, delusioni ma anche vittorie e ancora di tante sfide per i prossimi mesi, la scelta coraggiosa è stata quella di creare una propria proposta di partito per allargare il fronte liberal-democratico ed europeista. Il capogruppo di +E a Palazzo delle Aquile ne è certo: il partito di Emma Bonino si conferma come il soggetto politico riformatore, liberale, progressista, e soprattutto europeista, l’alternativa agli eccessi di sovranismi e populismi sia a destra che a sinistra della politica. Il successo delle iniziative referendarie su eutanasia e cannabis ne sono sicuramente un esempio.
La sfida è anche sul campo dei diritti delle persone e della dignità dei territori “Noi siamo il baluardo dei diritti civili e sociali nel nostro Paese, gli unici che, senza deroghe né cedimenti, hanno un linguaggio di verità e di libertà su temi verso i quali altri schieramenti tentennano o si nascondono. Ecco, noi siamo dalla parte di chi ha a cuore questi temi e quindi possono essere nostri interlocutori coloro che perseguono questo obiettivo. Sono lontano dai sovranismi, come quello della Lega, che non tutelano la dignità dei territori e i diritti .
Grazie a +Europa si combattono le battaglie per l’eutanasia legale e la cannabis legale. Siamo gli unici europeisti non a corrente alternata. Gli unici ad avere il coraggio della coerenza. Sempre e comunque”.