Modifiche al regolamento del Consiglio Comunale di Palermo sui beni confiscati e istituzione dei tavoli provinciali chiesti dal Codice Antimafia.
Il Sunia, raccogliendo le esigenze di una popolazione in emergenza abitativa in costante aumento, ritiene insufficienti le
assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica e chiede di puntare sui beni confiscati alla mafia e sugli immobili del Comune per venire incontro in modo prioritario agli inquilini impossibilitati a reggere il peso di una casa in affitto.
In una lettera inviata al prefetto Giuseppe Forlani e al presidente del Consiglio comunale Salvatore Orlando, il segretario del Sunia Palermo, Zaher Darwish, rilancia i dati dell’emergenza casa.
“A Palermo la graduatoria delle case popolari risale al lontano 2004, con oltre 8 mila famiglie ancora iscritte, alle quali se ne aggiungono oltre 2000 in quella dell’emergenza abitativa “, dice Zaher Darwish.
“La gravissima crisi economica del nostro paese, oggi aggravata dagli effetti della pandemia, ha avuto inevitabili riflessi sulla condizione abitativa. E questo impone l’adozione di provvedimenti condivisi e non più differibili. Anche il numero degli sfratti decretati dal Tribunale di Palermo è in aumento e supera i 1.600 circa provvedimenti annuali, limitati al momento, e fino al 30 giugno, dal blocco delle esecuzioni”.
“Nelle modifiche recentemente approvate al regolamento comunale per l’emergenza abitativa è stata prevista l’equiparazione degli immobili confiscati alla mafia, destinati originariamente a soddisfare le esigenze delle fasce più deboli e disagiate della città, a quelli degli immobili di edilizia residenziale pubblica, destinati a chi, seppur vivendo un disagio economico, è nelle condizioni di pagare un canone sociale”, prosegue Darwish.
“Da una verifica sui dati pubblicati sul sito istituzionale del Comune, aggiornati al gennaio dell’anno scorso, risulterebbero assegnati ad associazioni ed enti 120 immobili confiscati, a fronte dei 159 assegnati per finalità abitative. Segnale che non si è tenuto conto delle esigenze reali di chi non ha un tetto e non è nelle condizioni di trovarlo sul mercato”, conclude Darwish.