La montagna ha partorito il topolino. Niente stato di calamità per l’emergenza idrica dopo la riunione svoltasi ieri presso il dipartimento regionale Energia di Viale Campania, a cui ha preso parte lo staff al completo dell’Amap.
La Regione si è presentata con posizioni diverse sull’analisi della delicata problematica in questione.
La municipalizzata di Orlando e il Comune avevano annunciato infatti nelle scorse settimane alla Regione di voler proclamare lo stato di calamità naturale.
L’Amap, per ragioni gestionali e organizzative non aveva recuperato tutta la quantità di acqua che dalla diga Rosamarina. Su un sistema infatti di 6 pompe di cui 5 funzionanti e una di riserva, ne sarebbero attive solo 4. Ciò a causa di un problema di surriscaldamento nel trasformatore. Questo avrebbe determinato un minore prelievo dalla diga in questione.ù
Per effetto di questa premessa, in ogni caso contingente, era stato chiesto di utilizzare tra l’altro una maggiore quantità dalla diga Poma, che già dallo scorso ottobre è maggiormente sollecitata tra gli invasi.
Una scelta questa che rischiava di penalizzare il comparto agricolo.
A seguito dell’incontro di ieri invece si sono messe a punto soluzioni tecniche, in particolare la predisposizione e l’utilizzo di un gruppo elettrogeno per la quinta pompa, che consentirebbe un prelievo di 950 litri al secondo dalla diga Rosamarina.
Verrebbe così scongiurato il pericolo della turnazione e decadrebbe, almeno al momento l’emergenza dello stato di calamità.
Evidentemente però il quadro della crisi idrica rimane sotto controllo in tutta la Sicilia.
La Diga Don Sturzo a Caltagirone che serve la Sicilia orientale, fa registrare un volume di 37 milioni di metri cubi d’acqua rispetto ai 50 che invece occorrerebbero.
L’impianto serve in dettaglio la Piana di Catania, e l’area del Calatino sud-Simeto, anche per le esigenze dei consorzi di bonifica di Catania e Siracusa a cui negli ultimi anni sono stati erogati con regolarità almeno 11 milioni di metri cubi all’anno.
Nell’intera provincia di Agrigento si registra una flessione pari al 20%, un 10% in meno che evidenzia uno scostamento di cui tenere conto.
Problemi più grossi tra Gela e Caltanissetta. In questi territori infatti i numeri delle risorse d’acqua sono in calo quasi del 30%.