Il Sud ha chiamato e il Nord ha risposto. E per paradosso, i primi a rispondere all’appello di Cateno De Luca per l’alleanza alle Europee sono stati i rappresentanti della Lega di Pontida, della Padania libera, quelli per i quali al di sotto di Roma sono “tutti terrun”. Dopo aver incassato il sì di Roberto Castelli, fondatore del Partito Popolare del Nord (QUI) adesso Cateno De Luca punta dritto a Umberto Bossi, il più antimeridionalista di tutti.
ALLA FESTA DEI POPOLI DEL NORD
La scintilla tra Cateno De Luca e Roberto Castelli, uno dei pionieri della Lega bossiana, ex ministro del governo Berlusconi Roberto Castelli che a settembre ha lasciato la Lega in rotta con Salvini “ha cancellato la parola Padania dal simbolo” è scoccata la scorsa estate. A luglio infatti una delegazione di Sud chiama Nord, con tanto di cannoli alla ricotta e cassette di limoni è intervenuta alla festa dei Popoli del Nord a Ponti sul Mincio confrontandosi con Roberto Castelli sui temi dell’autonomia (QUI). A quel dibattito De Luca portò il santino elettorale del 2006 che lo ritraeva candidato alle Politiche nell’oggi tanto vituperato Mpa di Lombardo, che all’epoca era federato con la Lega di Bossi. Castelli da parte sua gli ha consegnato la carta d’identità della Padania indipendente. A settembre Castelli che definisce il ddl di Calderoli sull’autonomia differenziata una jattura perché “c’è il grosso pericolo che ulteriori miliardi finiscano al Sud attraverso i livelli essenziali di prestazioni” dice addio alla Lega salviniana che ha un verde troppo scolorito e fonda il partito Popolare del Nord.
Adesso che il simbolo del partito è nella lista Libertà di ScN il prossimo passo dell’asse De Luca-Castelli è la benedizione di Bossi, che Cateno conta d’incontrare la prossima settimana per far breccia sui leghisti delusi.
L’INCONTRO CON BOSSI
“Mi vedrò con Umberto Bossi- annuncia Cateno De Luca- già c’eravamo visti, il 22 settembre a Gemonio. Volevo sentire cosa ne pensava della deriva centralista della Lega, avevamo ragionato su come rilanciare le vere tematiche della Lega e quelle del meridione che deve liberarsi dei politici ascari e dalla visione politico mafiosa che sta ammazzando la nostra terra. Mi ha detto: ora sta partendo dalla Sicilia la mia idea di autonomista”.
LA STRANA COPPIA
Quale sia il punto in comune tra il senatùr che al di là dell’apparato folkloristico (dal rito dell’ampolla dal dio Po al giuramento di Pontida) senza andare troppo indietro nel tempo nel 2019 disse: “i meridionali aiutiamoli a casa loro se no straripano come l’Africa” e Cateno De Luca che ambisce un giorno ad essere “il sindaco d’Italia” è difficile da trovare. Con ogni probabilità un autonomismo spinto, visto che Castelli vuole la Padania nella bandiera e Cateno ambisce a diventare imperatore del Regno delle due Sicilie QUI (senza la Campania per evitare guerre ai confini con un altro De Luca con ambizioni da imperatore, Vincenzo).
APPELLO AI LEGHISTI DELUSI
Quindi Castelli non vede l’ora di poter votare e far votare un simbolo con la parola Nord e Cateno pregusta all’orizzonte la soglia del 4% alle Europee. Da qui l’appello a tutti i leghisti delusi, sebbene, alle suppletive di Monza dell’ottobre scorso i risultati dell’urna escludono che ci sia stato alcun apporto significativo (QUI)
ASPETTANDO BOSSI
Ecco perché un endorsement ufficiale di Umberto Bossi gioverebbe alla causa. Resta da capire cosa ne pensa Bossi, attuale senatore della Lega (secondo Castelli sarà lieto di vedere che la parola Nord è tornata sulla scheda elettorale), e soprattutto cosa ne pensano gli elettori siciliani di Cateno De Luca. Frattanto nella giornata di domenica 10 marzo il movimento che fa capo a Gianni Alemanno “Indipendenza” ha deciso di dire no all’alleanza con De Luca: “Sud chiama Nord è troppo timido politicamente rispetto all’opposizione all’Unione Europea”.
Tornando a Bossi ed ai bossiani, è vero, i voti non hanno alcun profumo da qualunque parte provengano, ma certi rospi sono difficili da digerire (al netto delle inchieste che hanno travolto negli anni scorsi la Lega a trazione bossiana o delle vicende del Trota). A maggior ragione se si guardano sempre i rospi degli altri.