Le elezioni Europee rischiano di dividere il centrodestra siciliano. Ancora una volta e con più di una preoccupazione nella coalizione.
La presenza della Dc di Totò Cuffaro tra i forzisti, in una logica di convergenza con Renato Schifani, si colloca nel bel mezzo delle riflessioni che anticipano il voto a Bruxelles.
Dopo le dichiarazioni di Maurizio Gasparri nel corso della kermesse di Forza Italia a Taormina, che ha invitato alla cautela “prima di intraprendere cammini insidiosi”, uno spartiacque ufficiale si è manifestato anche tra chi non gradisce questo rapporto in maniera plastica e senza infingimenti. Come si esce da questo “loop”? I post berlusconiani si avvitano su se stessi, ma sono lontani, oggi, dalla soluzione.
Lo schema intanto non piace neanche a Mpa che ha deciso di fare squadra con la Lega. Il presidente della Regione ieri ha colto l’occasione del meeting a Taormina per ribadire con forza quello che di fatto è – sotto gli occhi di tutti – un rapporto privilegiato con i democristiani con i quali condivide i valori del Partito popolare, avvertendo gli alleati dai quali non accetta di farsi tirare la giacca, né ricevere interventi pubblici che vadano contro il governo Schifani.
Ma perché tanta polemica attorno a questo patto di ferro?
La partita – affermano i più vicini al governatore siciliano – si gioca sul terreno dell’antagonismo di Schifani contro Tajani. Il fatto che in Sicilia si facciano accordi che possano fare crescere Forza Italia, con Schifani a traino, al partito romano non piace. E si teme che il connubio tra forzisti e democristiani sull’Isola possa generare un importante seguito soprattutto a favore del governatore a livello nazionale. Inutile bloccare un’alleanza ormai sancita per la partita elettorale del 2024 e Schifani non rinuncerà ad avere questo valore aggiunto e che può fare la differenza nella Capitale, è il ragionamento. Il governatore siciliano infatti sa bene che proprio dalla postazione di Palazzo d’Orleans potrà giocare un ruolo di rilancio per l’intero movimento forzista nel centrosud.
La necessità di intercettare in profondità l’area moderata popolare non è un vezzo o una convenienza su misura per Schifani e il tema sarà affrontato insieme al segretario Tajani e alla classe dirigente del partito, per cercare di ampliare il consenso.
Una visione in cui Fratelli d’Italia potrebbe arretrare di fronte al grande centro siciliano di Schifani e Cuffaro, temendo di poter perdere peso specifico e consistenza. La battaglia, insomma, è lontana dal concludersi.