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Evasione tributi a Messina: mancano 92 mln di euro. Solo il 30% è in regola col pagamento dell’acqua

sabato 26 Agosto 2017
Amam Messina

L’Amam, Azienda Meridionale Acque Messina, stringe il cerchio attorno agli evasori che non pagano ormai da parecchi anni i tributi a Messina e i primi risultati sembrano subito incoraggianti. In una settimana, infatti, sono stati già recuperati 850 mila euro. Un dato che fa ben sperare ma rende, di riflesso, anche l’idea su quelle che potrebbero essere le proporzioni del “quantum” da recuperare. Il piano di recupero crediti previsto dall’azienda era stato preannunciato circa un mese fa, poi sono state attivate le procedure ed è scattata la “caccia” ai furbetti che eludono il Fisco locale.

Si parla, nella fattispecie, dell’evasione sul pagamento delle bollette d’acqua. Una questione che attanaglia Messina, come del resto anche altre località della provincia se si pensa che a Taormina, cittadina turistica con 11 mila residenti si è raggiunta negli ultimi 15 anni la cifra record di oltre 6 milioni di euro di somme non versate nelle casse comunali. E a Messina, stando ai dati Amam, infatti, oltre il 20% degli abitanti, delle imprese e dei commercianti messinesi non paga le bollette dell’acqua ed è moroso.

“Una situazione insostenibile” ha commentato il presidente di Amam, Leonardo Termini. In totale ammonterebbe addirittura a 92 milioni di euro la somme delle bollette non pagate negli ultimi 15 anni a Messina e che almeno in parte si sta tentando di iniziare a recuperare setacciando in lungo e in largo le utenze del capoluogo: sia quelle residenziali che quelle inerenti le attività economiche.

Stando a quanto certificato da Amam, a Messina oltre il 20% degli abitanti e delle imprese e dei commercianti non paga i consumi. Su 88.459 utenze complessive a cui Amam distribuisce l’acqua e ritira liquami, 63.201 (71,5%) è moroso per un tasso di morosità del 23,25% su base annua. Sul totale dei morosi, il 61% sono famiglie (54.291) per un totale di 41 milioni di euro complessivi, ai quali si aggiungono i condomini (circa 46 mila) per altri 35 milioni. Le utenze domestiche non pagate mettono insieme mancati pagamenti per 76 milioni di euro. Numeri che fanno riflettere, anzi rabbrividire, e sui quali viene facile chiedersi come si sia arrivati sino a questa condizione di elusione totale. In riva allo Stretto è andata in scena una vera “sinfonia” di mancati pagamenti alla quale si aggiungono imprese, negozi, alberghi e ristoranti morosi per un totale di oltre 12 milioni di euro. Solo il 30% di tutte le utenze, pari a 26 mila utenze, è completamente in regola con i pagamenti. La stessa Pubblica Amministrazione ha oltre 4 milioni di euro di debiti con 168 enti (compresi ospedali e cliniche) dei 191 che sono morosi con l’Amam.

“Amam ha accumulato 92 milioni di crediti negli ultimi 15 anni con cittadini, condomini, imprese, negozi, alberghi, ristoranti. Il mancato incasso è di 5-6 milioni di euro. La soluzione per contribuire a risolvere il problema della distribuzione dell’acqua è anche fare ciascuno la propria parte, compreso, evidentemente, il pagamento delle utenze. Ad ogni modo, per il biennio 2017-2018 e fino al 2019 abbiamo già programmato oltre 17 milioni di euro di investimenti”, evidenzia Termini.

Il mancato pagamento del servizio idrico all’azienda ha causato danni proprio ai cittadini, impedendo di fatto all’Amam di effettuare quegli investimenti necessari per migliorare la rete e la dotazione idrica di Messina. Per tutti coloro che devono rimettersi in regola con i pagamenti, è prevista la possibilità di accedere a una rateizzazione del debito, secondo le seguenti modalità:

Utenze domestiche: massimo 18 rate mensili;

Utenze condominiali: massimo 16 rate mensili;

Utenze commerciali o partita IVA: massimo 12 rate mensili.

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