Il figlio del capomafia Riina ottiene un permesso speciale per le festività natalizie. Si tratta di Salvo Riina, noto per essere stato ospite, lo scorso aprile, negli studi di Bruno Vespa che lo ha intervistato per il programma Porta a Porta. Il figlio dello stragista di Corleone aveva appena scritto un libro e l’episodio sollevò un polverone mediatico, sia in seguito alla decisione di Vespa sia dopo l’uscita del libro che molte librerie si rifiutarono di vendere.
Durante queste feste natalizie, il figlio del boss si è riavvicinato alla famiglia e la Presidente Associazione familiari vittime della strage di via dei Georgofili, Giovanna Maggiani Chelli è un fiume in piena. “Lo Stato sembra complessato verso la famiglia Riina; a Natale siamo tutti più buoni ma vorrei sapere come mai i familiari delle vittime di mafia massacrate dal tritolo stragista di Riina non hanno avuto sentore di quanto gli spetta per legge, ovvero quei vitalizi che danno ai familiari degli invalidi la possibilità di occuparsi delle vittime sopravvissute al tritolo?”. La Maggiani Chelli si rivolge soprattutto alle alte cariche dello Stato, colpevole di non avere alcuno interesse verso le famiglia delle vittime di mafia. Il 15 gennaio 1993 Totò Riina venne catturato e messo in carcere, quattro mesi dopo dal carcere ordinò la strage di via dei Gergofili a Firenze; per queste famiglie, per la presidente non è certo facile sentire il figlio del boss corleonese dire pubblicamente come Totò Riina sia stato un buon padre.
“Come mai – prosegue la presidente – le vittime di Riina non hanno goduto in questo Natale della stessa bontà profusa al ‘capo mafia’? Come mai lo Stato corre sempre in mutuo soccorso dei familiari di Riina e non è mai il tempo di sanare le spettanze delle vittime? Questo perché i burocrati non vengono toccati dal Natale nei confronti delle vittime di mafia? Domande che dobbiamo porci se il figlio di Riina può abbracciare i suoi cari e i nostri figli – conclude il comunicato – devono invece aspettare sempre tempi migliori“.