Cateno De Luca prosegue la sua campagna elettorale per le Comunali a Messina e il candidato sindaco, nei suoi viaggi quotidiani da deputato che si reca a Palazzo dei Normanni, pone l’accento sulla imbarazzante situazione delle ferrovie siciliane, con particolare riferimento proprio al collegamento tra Messina e Palermo, che appare ai passeggeri un incubo, una vera e propria odissea d’altri tempi.
“La tratta Messina-Palermo – spiega De Luca – è un treno bestiame di quarta mano già utilizzato in quella Roma-Milano dal 1961 al 1993″. Secondo il parlamentare si tratta, insomma, di una “vergogna inaccettabile” che nel 2018 ci vogliano così tante ore per il collegamento tra la Città dello Stretto ed il capoluogo siciliano e che l’utenza debba essere costretta ad effettuare la tratta su mezzi d’altre epoche. E’ una condizione di antitesi al progresso che, non a caso, qualcuno ha emblematicamente paragonato alle carrozze di “C’era una volta il West”.
Dal celebre film diretto da Sergio Leone nel 1968 ad oggi sono trascorsi 50 anni esatti ma l’infinità di mezzo secolo in realtà da queste parti stride con l’impietosa realtà di un tempo che anziché andare avanti e guardare al progresso sembra, invece, volgere lo sguardo all’indietro: all’arretratezza e all’inadeguatezza assoluta dei mezzi di trasporto. In Sicilia l’alta velocità rimane una chimera che non si sa bene quali lontane generazioni (forse) vedranno mai diventare realtà ma basterebbe che i treni fossero almeno un minimo più rapidi e più funzionali di quelli attuali.
De Luca ha voluto evidenziare il problema, una volta di più, richiamandone l’attenzione nel corso del suo viaggio verso Palermo, dove si recava al Parlamento siciliano. “Però potete almeno far funzionare le prese per caricare i cellulari?”, ha aggiunto De Luca provocatoriamente e con un’amara punta di ironia rivolgendosi alle Ferrovie dello Stato, che nei suoi piani di investimento continua a concentrare l’attenzione sul Nord Italia e sin qui non sembra avere a cuore le legittime proteste dei siciliani.