Il mese di Dicembre nasconde in sè un’aria magica di affetto, ricordi, convivialità, tradizioni e devozione. Si perché non bisogna dimenticare che oltre ad essere un mese in cui ci si prepara alle grandi abbuffate, allo scambio di regali e alle giocate a tombola con i nonni, questo è soprattutto un momento religioso. Ed è proprio con la festa dell’8 Dicembre, giorno dell‘Immacolata Concezione, che si dà l’avvio a questo periodo festivo che terminerà con l’arrivo dell’Epifania.
Perno centrale di queste feste resta comunque il tempo trascorso con la propria famiglia, con cui tradizionalmente durante questa prima festività, ci si dedica ad addobbare l’albero di Natale, a preparare il Presepe e a fare acquisti per i regali da mettere sotto l’albero nei mercatini di Natale.
Importante è anche il cibo, la tavola, la convivialità del momento e come tutti sappiamo, in Sicilia non c’è festa se non c’è cibo in abbondanza.
I preparativi hanno inizio giorni prima, con l’odore dei dolci che invade tutta la casa e le vie della città. Sedersi a tavola durante le feste diventa quasi un gesto di coraggio, perché sappiamo apriori che ci alzeremo con qualche chilo in più.
Una pietanza di cui non si fa quasi mai a meno a Palermo è lo sfincione, un piatto povero e semplice, ma che racchiude in sè un gusto favoloso. Si tratta di una rivisitazione del solito pane che si porta sulle tavole con qualcosa di diverso, viene infatti arricchito con acciughe, pomodoro, cipolla e caciocavallo che gli conferiscono questo suo sapore inconfondibile.
Poi ci sono le verdure in pastella, altra prelibatezza tipica di queste festività, come i cardi, i carciofi e i broccoli che con la loro croccantezza stuzzicano l’appetito. Si passa poi a uno dei secondi piatti per eccellenza, il baccalà fritto o “chi passuli”. Il pasto si conclude con i dolci tipici: buccellati, sfince e mustazzoli.
Tra un pasto e l’altro si continua a stare seduti giocando a carte o a tombola, e tra una partita e l’altra non si smette di mangiare, ma si sgranocchia “u scaccio“, un misto di frutta secca.
Insomma una cosa è certa, in Sicilia dove c’è festa c’è famiglia e dove c’è famiglia, c’è cibo.