Clima infuocato all’Ars. Fiumefreddo strattonato e buttato con forza fuori dal Palazzo mentre il presidente della commissione Vincenzo Vinciullo inveiva contro di lui additandolo come “provocatore”.
“Mi hanno buttato fuori dalla commissione Bilancio dell’Ars con la forza, sono stato preso fisicamente da alcuni assistenti che si sono persino frapposti tra me e Vinciullo che inveiva e che voleva arrivare alle mani“. Questa la ricostruzione di Antonio Fiumefreddo, amministratore unico di Riscossione Sicilia, riguardo gli ultimi momenti della sua audizione in commissione, poi sospesa dal presidente Vinciullo in seguito alla paradossale situazione diventata rovente. “Sono rimasto per alcuni minuti nel corridoio – aggiunge Fiumefreddo – ma a un centro punto Vinciullo è uscito dalla commissione dicendo che non potevo stare lì e me ne dovevo andare via. A quel punto ho preso l’ascensore e ho lasciato il palazzo”. Fiumefreddo, intanto, pensa seriamente di farsi da parte.
La sala dove è riunita la Commissione a Palazzo dei Normanni diventa quasi un ring, dalle parole di Fiumefreddo nasce un battibecco che porta quasi allo scontro fisico. Secca la replica di Vinciullo. “Fiumefreddo ha preteso di entrare in commissione con quattro persone, a quanto pare una di queste è indagata. Io mi sono opposto, ma lui s’è fatto autorizzare dalla Presidenza dell’Ars, e ho dovuto subire la decisione altrimenti se ne sarebbe andato diceva. L’ho fatto parlare per un’ora sena interromperlo, quando il deputato Lentini ha parlato dei problemi di Fiumefreddo con la giustizia ho allontanato l’onorevole perché aveva riferito fatti personali. Avevo condotto la seduta con serenità ma Fiumefreddo con la sua violenza verbale cercava di sovrapporre la sua voce alla mia e ho dovuto leggergli il regolamento”. Vinciullo annuncia che sul sito dell’Ars sarà visibile lo streaming della seduta con l’audizione di Fiumefreddo. “Mi urlava ‘vattene a lavorare, non sai come vivere’. Gli ho detto che ho tre lauree e che ho vinto sette concorsi, e non vivo di incarichi come lui che li ha con l’Irsap e con il comune di Melilli”.
Il botta e risposta iniziale è tra Fiumefreddo e Totò Lentini, deputato regionale a lato nella foto, che lancia il sasso. “A luglio, Fiumefreddo dovrà recarsi in tribunale per una imputazione coatta. Io non ho tasse da pagare e sei lei continua con questi toni, noi soldi non gliene diamo”, riferendosi ai fondi che servono a coprire il buco di Riscossione Sicilia. Immediata la reazione di Fiumefreddo: “Queste parole hanno un profilo estorsivo, chiedo che questo verbale venga trasmesso alla Procura”
Nel momento in cui l’amministratore di Riscossione Sicilia tocca l’onestà della politica siciliana e parte la bufera. “Non siamo in Svezia, anche in questo Palazzo c’è una parte della politica infiltrata. E i nomi e cognomi li faccio alla magistratura, no in altre sedi; c’è una parte della politica, trasversale, che tutela interessi criminali e che ha fatto dell’esattoria una leva criminale”. Vincenzo Vinciullo (Ncd) aveva interrotto Fiumefreddo invitandolo a non fare accuse generiche “perché quando si dicono certe cose bisogna fare nomi e cognomi. Lei è venuto qui per provocare… e non glielo consento a casa mia“. “Sospendo la commissione… portatelo via”.
Questa, invece, la ricostruzione di Vinciullo. “Non ho mai detto portatelo fuori, è Fiumefreddo che a seduta conclusa continua a urlare e dice ‘mi fa accompagnare fuori?’. Chiunque potrà verificarlo riascoltando lo streaming – continua il presidente della Commissione Bilancio – Gli ho spiegato che se voleva parlare di interessi di politici doveva farlo in altra sede perché la commissione aveva solo l’interesse di capire le ragioni di un ulteriore finanziamento per 130 milioni in tre anni alla società. L’ho fatto con modi pacati – dice Vinciullo – Fiumefreddo però ha cominciato a citare fatti penalmente rilevanti che riguardano un componente della commissione peraltro assente, allora valeva anche per lui lo stesso ragionamento che ho applicato nei confronti del deputato Lentini quando l’ho allontanato. Quindi ho invitato Fiumefreddo a uscire, ci siamo alzati tutti. Lui ha cominciato a gridare ‘vergogna… vergogna’, dicendo che io avevo paura. Siccome mi impediva di proseguire le altre audizioni sono stato costretto a fare intervenire gli assistenti parlamentari su disposizione del deputato questore Franco Rinaldi, come da regolamento. Fiumefreddo ha continuato a urlare rimanendo nell’anticamera della commissione, quindi ho richiesto l’intervento degli assistenti”. Il presidente della Commissione Bilancio rinvia la seduta a questo pomeriggio. Sperando che non ci sia il secondo round.