“Buongiorno caro imprenditore di Sicilia”. Inizia così la lettera che il deputato regionale dell’UDC Vincenzo Figuccia ha indirizzato agli agricoltori siciliani.
“Ho un messaggio importante per te. Mettiti comodo un paio di minuti e riflettiamo insieme.
Nei giorni scorsi, in un rapporto internazionale, leggevo e apprendevo come le terre coltivate e predate del pianeta, sono come una superficie di campi coltivati grande otto volte il Portogallo. In questo secolo sono state acquistate o affittate nei Paesi del Sud da investitori e sottratte alle comunità locali privandole dell’accesso a risorse indispensabili per lo sviluppo. Le vittime del land grabbing letteralmente “accaparramento delle terre” sono così costrette a migrare verso le città o verso altri paesi per non subire uno spietato estrattivismo che impoverisce il territorio e le comunità, soprattutto quelle più vulnerabili che non riescono a difendere i propri diritti e che esclude i più deboli generando nuovi poveri».
Anche papa Francesco usa il termine per indicare gli interventi di governi e grosse società che estraggono risorse strategiche per il mercato internazionale, oltre al petrolio e in generale agli idrocarburi, specie vegetali ed animali, nuovi metalli essenziali per la produzione di tecnologie, ma anche beni essenziali come terra e acqua. Ecco, se quanto sopra sembra l’ennesimo ritratto da telegiornale, con la proiezione di immagini che ritraggono luoghi lontani e pressoché sconosciuti, va detto che questo feudalesimo 2.0 delle multinazionali, sta avviando una sua compagine tutta siciliana nel territorio di Caltanissetta, in contrada Grottarossa dove nei mesi scorsi, è stata autorizzata a piè veloce da parte dell’amministrazione regionale, la realizzazione di un impianto di biometano per il trattamento della Forsu. Una vera e propria minaccia, come sostengono gli esperti, che rischia di sfregiare il volto di un’area vocata all’agricoltura e all’allevamento.
Non accadrà mai che nel silenzio si compia un saccheggio senza precedenti. Caro imprenditore, caro agricoltore e caro allevatore, saremo l’uno al fianco dell’altro in questa battaglia? Conosco i tuoi sacrifici, conosco gli stenti di chi rappresenta il vero tessuto economico della mia terra, conosco i rischi d’impresa connessi all’attività da te portata avanti. Sono già sin troppi e non c’è spazio per altre forme di violenza su chi come te dà ancora oggi, un senso profondo alla nostra storia legata ai vini pregiati, ai pescheti, ai mandorleti, ai formaggi e al latte dei pascoli erbosi. Restiamo uniti. Tutte le aziende, gli imprenditori, le associazioni, gli agricoltori e gli allevatori di ogni contrada, comune e città della nostra regione, sono chiamati a prendere parte alla manifestazione di giorno 1 settembre alle ore 11.00 in contrada Grottarossa (CL) dove insieme, diremo NO alla realizzazione dell’impianto in quell’area, dove insieme diremo no al colonialismo moderno che vuole strappare le terre a chi le lavora con sacrificio e dignità. Ti aspetto”, conclude Vincenzo Figuccia.