Dovrebbe essere incardinata oggi in aula all’Ars la legge di stabilità regionale, la prima di Musumeci, che si confronta con il voto della coalizione che sostiene l’esecutivo regionale.
Gaetano Armao, che ha ricucito le maglie che si erano allargate all’interno del perimetro della maggioranza, prima dello stralcio di alcune norme nel “collegato” che viaggia in parallelo con la finanziaria, ostenta fiducia: “Tra legge di stabilità e collegato, l’impianto del governo è ampiamente garantito. Sono abbastanza fiducioso”
Per l’assessore all’Economia l’appuntamento con il soggetto unico finanziario degli enti è solo rinviato: “L’obiettivo rimane la concentrazione di tutti gli istituti finanziari – chiarisce – nella prospettiva di una riduzione dei costi. I costi triplicati delle strutture Irfis, Ircac e Crias, ammontano per le imprese a 15 milioni di euro”.
Per Armao inoltre, una delle norme di impatto, ma anche qualificanti come profilo, è quella che riguarda i musei che adesso incasseranno rispetto al precedente 30% del gettito del biglietto, il 50% per il 2018 e il 70% per il 2019: “Avevamo lavorato a questa idea con Sgarbi. Adesso saranno maggiormente motivati. Il Codice dei Beni culturali prevede che incassino il 100%, In Sicilia prima di ora queste cifre finivano nel calderone della finanza generale. Così ci avviciniamo al modello nazionale».
La rimodulazione dei tagli ha diverse origini. Sono state realizzate alcune entrate successive ulteriori mediante il differimento di alcuni trasferimenti per una cifra pari a 40 milioni di euro. Vengono rimandati dall’amministrazione regionale al prossimo esercizio finanziario nel 2019, alcuni pagamenti. La liquidità necessaria dal punto di vista contabile per chiudere il bilancio è passata anche dalla rimodulazione delle risorse dei forestali che viene diminuita di 24 milioni di euro rispetto alla cifra di 62 milioni complessiva.
Non prevedono ulteriori oneri le norme che attivano il percorso di stabilizzazione degli ex Pip e valgono sugli stanziamenti di bilancio già esistenti. Vengono proposti, all’interno delle norme transitorie e finali, alcuni differimenti dei termini per completare le opere che hanno già ricevuto il permesso di costruire.