I lavoratori della formazione professionale scendono in piazza davanti Palazzo d’Orleans, sede della Presidenza della Regione Siciliana, per chiedere al governo e alla maggioranza di affrontare il tema del loro riutilizzo. Lo fanno nei giorni caldi dell’approvazione all’Ars della legge finanziaria e a poche settimana dalla pubblicazione dell’avviso 2, che mette a disposizione 125 milioni di euro per il riavvio dei corsi dopo una lunga fase di stallo che ha visto il fallimento di molti enti e il licenziamento di migliaia di dipendenti. Risorse che però non basteranno a reimpiegare tutti gli 8.500 operatori del settore, ma solo una parte, circa 3.000.
Cosa ne sarà degli altri? I sindacati ne sapranno qualcosa di più il prossimo 8 maggio, quando incontreranno la dirigente del Dipartimento regionale del Lavoro, Francesca Garoffolo.
“Gli assessori al lavoro Maria Ippolito ed alla Formazione Roberto Lagalla – dichiarano Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola Sicilia – devono assumersi le proprie responsabilità per risolvere il problema che, ormai da anni, investe sia i lavoratori del comparto che tutti i cittadini siciliani che, al contrario del resto d’Italia, non possono accedere ad alcuna politica attiva del lavoro”. Ancora più duro il Sinalp che, attraverso il suo presidente Gaetano Giordano, fa sapere di aver denunciato l’Assessorato regionale alla Famiglia presso la Procura della Repubblica di Palermo per interruzione di pubblico servizio. Nella fattispecie si tratterebbe delle politiche attive del lavoro erogate dai 1.800 ex sportellisti.
Ad essere chiamate in causa oltre alle parti politiche, quindi, anche quelle amministrative coinvolte. In particolare il Dipartimento Lavoro ed il Dipartimento della Famiglia e delle Politiche sociali, che hanno rispettivamente il ruolo di programmare ed attuare le politiche attive e passive del lavoro e quelle di inclusione sociale, ma anche il Dipartimento dell’Istruzione e della Formazione che ha il compito di realizzare interventi di inclusione sociale attraverso la formazione professionale considerata la principale delle politiche attive del lavoro.