I lavoratori della Formazione della regione siciliana sono scesi in piazza ieri per protestare. Sono quelli licenziati in tronco dal governo Crocetta e dall’allora assessore alla Formazione Nelli Scilabra che gettarono per strada ben dodicimila lavoratori siciliani. Alcuni negli anni hanno trovato un altro lavoro, altri sono andati in pensione, c’è stato anche qualche caso di suicidio per la disperazione, ad oggi il numero degli ex lavoratori della formazione in Sicilia si aggira attorno alle seimila unità. Poi ci sono ancora quelli che lottano per il proprio diritto al lavoro e hanno anche presentato un esposto in procura per sapere che fine hanno fatto i venti milioni che l’ente Ial ha ricevuto dalla Regione Siciliana mentre loro erano già in cassa integrazione e siccome ancora non hanno avuto alcuna risposta hanno deciso di andare a manifestare davanti il Tribunale di Palermo.
“Quei soldi servivano anche per pagare i nostri stipendi” spiegano gli ex lavoratori. Ma oggi sono scesi in piazza per protestare anche contro i sindacati confederali “Vogliamo segnalare che alla cancellazione di un intero settore come quello della Formazione in Sicilia – aggiungono – nessuno dei sindacalisti si è opposto nè la Cisl, nè la Cgil, nè la Uil, nessuno ha invocato le garanzie contrattuali e normative che ci tutelano come la legge 25 del 1993 che prevede la continuità giuridica ed economica per noi lavoratori della formazione. Non è previsto nel nostro contratto la possibilità di fare dei licenziamenti collettivi e i sindacati lo sanno bene perché sono firmatari di quel contratto”.
Presenti in piazza anche il vice presidente vicario all’Assemblea Regionale Siciliana Antonio Venturino e il senatore Francesco Campanella. Una delegazione di lavoratori capitanata dal senatore Campanella ha provato ad essere ascoltata dal procuratore Lo Voi, ma il procuratore ha fatto sapere di essere impegnato. “La denuncia fatta dagli ex lavoratori della formazione è molto grave – aggiunge Campanella – vogliono sapere come mai l’ente di formazione Ial ha incassato venti milioni di euro dalla Regione Siciliana mentre loro erano in cassa integrazione. Quei soldi sarebbero serviti anche a pagare i loro stipendi, dove sono finiti?“.
“I lavoratori che sono scesi in piazza oggi protestano anche perché la loro disperazione è rimasta inascoltata – sottolinea Campanella – nessuno si è opposto alla cancellazione totale del settore della formazione in Sicilia e nessuno ha invocato le garanzie contrattuali previste e chiesto il rispetto delle leggi che li tutelano. Mi chiedo dove siano le responsabilità e perché a pagare debbano essere solo i lavoratori e non altri che li hanno rappresentati male. Credo che le organizzazioni sindacali che hanno rappresentato i lavoratori della formazione in Sicilia, debbano fare una seria disamina sulla gestione di queste vertenze per dare risposte chiare ai lavoratori“.