Di criticità, recenti e antiche della Formazione professionale in Sicilia sono pieni gli scaffali,. Alla Regione smaltita la “sbornia” della stagione d’oro a cavallo tra Prima e Seconda Repubblica, non si sono fatti mancare danni pesanti e controindicazioni aggravate sin dal governo Crocetta in poi, il primo degli ultimi tre che si sono poi succeduti, che si era messa in testa di risolvere tutto a forza di “colpi di spugna”.
Da diversi mesi lo scorrimento dell’Avviso 8 nell’Isola ha generato una serie sostanziale di mal di pancia nel litigioso panorama degli enti di Formazione. Una questione non più procrastinabile che il presidente della Regione, Renato Schifani, ha demandato al suo assessore di riferimento, dopo mesi di inerzia. Oggi, alle 15, Mimmo Turano terrà una riunione con gli enti specifici in Corso Calatafimi, sede dell’Assessorato. L’oggetto del confronto è per l’appunto l’Avviso 8, per il quale sono stati stanziati circa 30 milioni di euro. Ingenti risorse a fronte delle quali i rappresentanti chiedono una equa distribuzione del finanziamento tra tutti gli enti.
Turano sarebbe infastidito dal modo in cui si pongono gli enti di formazione, “trattando l’assessorato come serbatoio che elargisce contributi pioggia”.
Quest’ultimi, già da tempo, hanno lanciato un appello al governo regionale affinché tenga conto dell’atto di indirizzo già deliberato dall’Ars, che invita a far scorrere la graduatoria dell’’Avviso 8 per l’utilizzo dei fondi che si sono resi disponibili. L’auspicio è anche quello di scongiurare la perdita di risorse che potrebbero invece garantire ad una platea più ampia di disoccupati l’accesso ai corsi di formazione professionale. Una chance in più per l’accesso al lavoro, secondo quanto sostengono i rappresentanti degli enti di Formazione.
Servono “idee utili per creare occupazione” l’avviso ai naviganti di Mimmo Turano, assessore regionale con delega al settore. Un monito che, da un lato rischia di rimanere inevaso, dall’altro richiede tempo, visione e pianificazione da parte degli operatori per giungere a compimento con esiti visibili. Lo stesso Turano sarebbe perplesso rispetto all’assetto odierno del sistema Formazione e delle figure professionali che vengono formate.
Ci sono stati enti che hanno ricevuto l’accreditamento dopo sette anni di contenzioso, altri che ereditano pesanti difficoltà nella gestione dei corsi, insomma la burocrazia regionale non aiuta, ma anche in questo caso, non è il parafulmine buono per ogni cosa.
Dopo la morìa di enti tra il 2014 e il 2016, la chiusura del bacino degli operatori ammissibili all’interno dell’albo regionale e la razionalizzazione quasi autoimposta dal mercato del lavoro in Sicilia, l’auspicabile autoregolamentazione del sistema-Formazione ha fallito i suoi obiettivi.
Il punto non è quanto a Turano sia congeniale la delega in questione o quanto la ami lui stesso, ma la traiettoria da tracciare per i prossimi anni: scelte chiare, risorse individuabili, obiettivi possibili.