Colpo di scena nel procedimento per il maxipeculato da 11 milioni di euro legato agli extra-budget della Formazione professionale. Il gup ha rinviato a giudizio Anna Rosa Corsello, ex dirigente della Regione siciliana, accusata di peculato per aver autorizzato gli 11 milioni di euro. Con lei anche Patrizia Monterosso (foto a lato), segretario generale della Regione, assistita dagli avvocati Nino Caleca e Roberto Mangano, che ha scelto il rito abbreviato che inizierà l’11 maggio; mentre la Corsello, assistita dall’avvocato Salvatore Modica, ha scelto l’ordinario che prenderà il via davanti alla terza sezione del Tribunale il 5 giugno.
Caleca, nella foto accanto, e Mangano hanno presentato oggi un parere dell’avvocatura dello Stato che consiglia alla Regione di non costituirsi parte civile al processo perché “gli atti del segretario regionale sono legittimi“. Proprio per questo Patrizia Monterosso ha deciso di farsi processare con gli elementi fin qui raccolti dai pm. L’indagine riguarda gli extra-budget e cioè delle somme concesse agli enti di formazione professionale in aggiunta a quelle previste inizialmente dal Piano dell’offerta formativa regionale.
“Non ho avuto nessuna influenza sulle procedure adottate da Anna Rosa Corsello. Sono completamente estranea a questa vicenda” aveva ribadito in aula davanti al gup Fabrizio Molinari, Patrizia Monterosso il 4 novembre scorso. L’indagine riguarda gli extra-budget e cioè delle somme concesse agli enti di formazione professionale in aggiunta a quelle previste inizialmente dal Piano dell’offerta formativa regionale. Quelle “integrazioni”, però, come ha sottolineato la Corte dei conti, che ha deciso pesanti condanne, erano illegittime. Fu il nucleo di polizia tributaria della finanza a scoprirlo. Il segretario generale della Regione sarebbe il concorrente morale del peculato milionario commesso materialmente da Anna Rosa Corsello, ex dirigente del dipartimento della Formazione. Secondo l’accusa, l’obiettivo del loro “disegno criminoso” era quello di “sottrarre il segretario generale al giudizio di condanna nel procedimento promosso dalla Corte dei conti”.
Anna Rosa Corsello (foto a lato) era già stata sospesa dalle funzioni per effetto del provvedimento del gip del tribunale di Palermo, dopo che la dirigente era stata iscritta nel registro degli indagati per istigazione alla corruzione quasi due anni fa. Le indagini, infatti, furono avviate dai finanzieri ad inizio 2015 su una convenzione nel settore della “formazione professionale”. La Corsello, assistita dall’avvocato Salvatore Modica, si è sempre difesa sostenendo di avere agito rispettando la legge, sulla base di un parere dell’avvocatura e di avere difeso gli interessi dell’amministrazione.