Passa in quinta Commissione Cultura, Formazione e Lavoro dell’Ars l’emendamento che tutela i lavoratori storici della formazione professionale siciliana. Per la realizzazione dei corsi, finanziati dal recente bando regionale, gli enti dovranno ricorrere in via prioritaria al personale che appartiene all’albo, pena la sospensione dell’accreditamento. E’ stata espunta, quindi, la sanzione della revoca dell’accreditamento, come invece prevedeva il testo originale.
Il provvedimento è stato fortemente voluto dal presidente Nello Musumeci, dall’assessore al ramo Roberto Lagalla e dai sindacati e arriva alla fine di un lungo ed intenso braccio di ferro con alcune tra le organizzazioni datoriali più rappresentative, che su questo punto si sono rifiutate in tutti i modi di firmare un accordo parasociale. Incassato il voto della Commissione l’emendamento dovrà superare il vaglio dell’Assemblea previsto per domani.
Nel frattempo Musumeci e Lagalla esprimono la propria soddisfazione per il riavvio del settore dopo anni di stasi. Si è conclusa, infatti, la seconda fase delle procedure relativa alle pre-iscrizioni degli allievi con il completo utilizzo dei 125 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione. Saranno finanziati, quindi, 1.579 corsi che impegneranno oltre 25 mila allievi, mentre altri 442 soggetti detenuti saranno coinvolti attraverso 42 percorsi formativi.
“Siamo molto soddisfatti – afferma il governatore – perché con una procedura innovativa, in meno di sei mesi, siamo riusciti a rimettere in piedi un sistema fermo da anni”.
Musumeci spiega come sia stato raggiunto un obiettivo importante che permetterà agli allievi di tornare nelle aule già da luglio, “iniziando l’estate all’insegna della ripresa dei corsi e con le migliori premesse per il futuro della formazione professionale”.
“È chiaro – spiega l’assessore Lagalla – che si tratta di un primo passo, perché c’è ancora molto da fare. Lavoreremo da subito, sempre all’insegna del dialogo con le organizzazioni datoriali e le associazioni di categoria, per innovare il settore e garantire la massima tutela occupazionale. Avremo particolare attenzione per tutti quei lavoratori che, fuoriusciti da un sistema imploso negli anni scorsi, oggi si aspettano risposte responsabili, insieme a un serio e costante impegno da parte degli enti, delle organizzazioni sindacali e del governo regionale».