Nino Minardo, deputato nazionale di Forza Italia, tra qualche giorno ufficializzerà il suo passaggio alla corte di Matteo Salvini. Un cambio di rotta di cui si parla da un po’ ma che non ha scaturito dissensi o parole al vetriolo da parte dei suoi quasi ex colleghi di partito: anzi pare proprio che il transito al Carroccio dell’imprenditore modicano possa costituire la definitiva pietra tombale sugli attriti e le polemiche che si erano susseguite in questi mesi tra Forza Italia e Lega in Sicilia.
Scopo non nascosto dell’operazione: avviare anche in Sicilia quell’allineamento politico in grado di unificare tutto il centrodestra e presentarsi compatto ai prossimi appuntamenti elettorali. Saldatura che da tempo il leader azzurro Silvio Berlusconi cercava di ottenere, adesso recepita e confermata domenica dal presidente Ars Gianfranco Miccichè con il suo intervento al meeting del partito a Viagrande. Sepolta, dunque, l’ascia di guerra fra le due forze politiche si volta pagina anche nell’Isola.
Ma a detta di Minardo non è stato fatto nulla di eccezionale o di incredibile. Anzi. Da uomo del centrodestra, da molti anni ha una propria visione politica realistica sullo stato delle ‘cose’: “Ho notato una assenza di prospettiva per Forza Italia a livello nazionale… è fisiologico che chi come me fa politica e vuole continuare a farlo non possa non guardare con interesse ad un fenomeno come quello di Matteo Salvini e della Lega”.
On.le Minardo, lei oramai è un uomo della Lega qui in Sicilia?
Non c’è ancora nulla di ufficiale. C’è un dialogo che va avanti da tempo. Un ragionamento finalizzato ad alcune tematiche che riguardano il nostro territorio.
Ma molti giornali danno per scontato la notizia…
A giorni faremo gli ultimi incontri e poi ufficializzeremo…
Come mai questo cambio di rotta politico?
Nel ragionamento politico per il rilancio del centrodestra, la Lega oggi è il perno della coalizione. E’ fisiologico che chi come me fa politica e vuole continuare a farlo guardi a Matteo Salvini e alla lega.
Lei parlava “di tematiche per il nostro territorio” ne può evidenziare qualcuna?
Le prime due che mi vengono in mente sono: I fondi strutturali. La Sicilia è da tempo penalizzata. Nell’Isola quei pochi soldi che riusciamo ad ottenere, purtroppo non si riescono a spendere perché mancano progetti cantierabili. Ad oggi, anche se non risolutivo, gli unici 20 milioni che stono stati stanziati in Sicilia nel 2016, sulla ‘continuità territoriale’, portano la mia firma attraverso un emendamento. Il secondo è l’autonomia differenziata, tema tanto caro alla Lega. Qui in Sicilia l’autonomia andrebbe rivista e migliorata affinché possa diventare una vera opportunità. Questi due, come tanti altri, devono essere i temi da discutere sia con la Lega che con tutta la coalizione del centrodestra.
Ma cosa non andava più in Forza Italia al punto che si è convinto a cambiare partito?
Sono profondamente deluso della politica nazionale di Forza Italia. E’ un partito che non si caratterizza per nulla. Non ha una identità. Io noto un’assenza di prospettiva. Ciò è successo probabilmente per colpa di tutti coloro che ne hanno fatto parte, non esiste un colpevole singolo. Vorrei evidenziare però che sul piano personale mantengo un ottimo rapporto con tutti.
Lei vede questa fotografia politica del partito anche qui in Sicilia?
Sul piano regionale, Forza Italia ha percentuali decisamente più alte rispetto a tutto il Paese e di questo ovviamente se ne deve dare atto a chi guida il partito in Sicilia, ossia a Gianfranco Miccichè.
Quindi nessun ammonimento nei confronti del presidente dell’Ars?
I miei rapporti con Miccichè sono ottimi. Certo, il presidente non ha fatto i salti di gioia quando ho comunicato il mio abbandono del partito, ma ha capito da persona intelligente e alla fine si sono anche create le condizioni per riavviare un dialogo armonioso tra Forza Italia e Lega.
Non si è mai sentito che chi abbandona un partito per un altro lo faccia per favorire il dialogo fra questi. Che intende?
Ritengo normale che un rappresentante delle istituzioni del centrodestra lavori per unire e non per dividere. Non ho fatto nulla di particolare. Faccio politica da anni nel centrodestra e considerato il fatto che negli ultimi mesi non ci sono stati rapporti idilliaci tra Lega e Forza Italia, ho solo pensato di smussare gli angoli per favorire la nascita anche qui di un centrodestra unito. Poi, chi vivrà vedrà.
Qual è il suo riferimento politico nella Lega? Con chi dialoga costantemente?
Il mio riferimento qui in Sicilia è il commissario regionale Stefano Candiani. Devo dire che il suo lavoro lo fa benissimo.