Un collegamento fra Palermo e Venezia attraverso il calcio e la musica.
Questa è l’idea alla base di Zamparini, un concept album che unisce l’artista palermitano Bras al produttore Nex Cassel, originario di Caorle (VE). Due città, due destini calcisticamente molto simili, con i rosanero che hanno toccato l’apice della propria storia calcistica, salvo poi sprofondare nella crisi economica e finire nel baratro della Serie D a seguito del fallimento.
Una storia che Bras, alias Andrea Fisicaro, trasla e rivive attraverso la musica rap. Un social media marketing con la passione del hip hop, ma che fa della fusione fra i due mondi un marchio di fabbrica: “I principi della mia musica li associo al mio mestiere e funzionano. E’ chiaro che quando scrivi, scrivi di te stesso e degli altri. Di quello che vuoi vedere e non vuoi vedere. C’è però da scindere l’uomo dal personaggio“.
L’approccio di Bras con l’Hip Hop e i Graffiti inizia a metà degli anni 90. Nel 1996 comincia a produrre beats e a muovere i primi passi nel mondo musicale. La sua prima collaborazione risale a “Palermo Centrale” di Stokka e Mad Buddy. Bras fu insieme a loro membro della crew Gostaste.
Dopo uno stop di 5 anni, tra ottobre 2019 e gennaio 2020 pubblica 4 singoli: “In Alto”, “Che sai di me”, “Con Me” e “Via Mai” che lo vedono duettare con St. Luca Spenish, Bad Gyal Fyona su produzioni di Liquid. Poi l’idea geniale di questo nuovo progetto, composto da brani dai titoli identitari e che contengono riferimenti alla città di Palermo e al mondo del calcio.
IL PERCHÉ DEL NOME “ZAMPARINI”
Un concept album, un progetto fatto e cresciuto sulle spiagge di Eraclea Minoa, in Veneto, con testi ispirati interamente al capoluogo siciliano, patria di origine di Bras. Il rapper ci spiega come nasce il progetto “Zamparini” e da cosa nasce l’interesse per un mondo lontano dalle sue passioni come quello del calcio.
“Il concept è venuto dopo la musica, è stato semplicemente un link. Ci sono dei riferimenti consequenziali, ma i titoli sono stati scelti in seguito pensando a Palermo. Io non seguo il calcio ma mi affascina il mondo della curva e dei tifosi. Mi intriga il concetto di appartenenza alla città, agli odori e ai sapori che caratterizzano un luogo – spiega il rapper –, le luci che creano una luce giallognola che non la ritrovi da nessun altra parte. Questo sport è molto simile all’hip hop, il campionato, ci sono varie squadre, varie etichette, vari bomber, mi piaceva l’idea di parlarne. E poi Palermo ripercorre i titoli delle tracce, ripercorre la storia del Palermo calcio e lo paragona al mondo dell’hip hop palermitano“.
Un disco che contiene al suo interno otto pezzi, tutti con nomi identitari e collegati alla storia del Palermo Calcio: “Conca d’Oro”, “La Favorita”, “CNI”, “Serie D”, “Renzo Barbera”, “Edinson Cavani”, “Paulo Dybala” e “GDS”. Tracce che descrivono, senza peli sulla lingua, le pieghe grige di una vita fatta di bianchi e neri accesi.
“La mafia è una montagna di merda, mi sono già fermato a Capaci con mia figlia e gli ho detto “qui è dove è morto Falcone”. La mafia è una merda ma lo Stato neanche scherza. Poi, come nel tifo organizzato, esiste il bianco, il nero ma anche il grigio“.
LA SCENA RAP PALERMITANA
Bras ha le idee chiare sul suo stile e tiene a puntualizzare quali sono i suoi punti di riferimento musicali.
“Io rappo per tre fattori: mia figlia, perché devo garantirle un futuro; la città, fonte d’ispirazione dei miei testi e ricambio in visibilità; e per me stesso. Riportare la cronaca fa in modo tutte le facce della medaglia, anche anche quella parte più brutta, riemergano e si fa si che chiunque ascolti posi l’attenzione sul fatto che ci sono dei problemi. I problemi non sono la criminalità o i problemi in sé, ma il perché un uomo arriva ad essere così violento”.
UN MONDO NUOVO, CON NUOVI PROGETTI
Tre capisaldi per un interesse verso la musica hip hop che parte da lontano, dalla metà degli anni novanta. Un mondo che è cambiato e che continua ad evolversi, influenzato da nuovi modelli sociali e nuovi stili.
“C’è stato un periodo in cui questo genere musicale è stato promosso, poi è iniziato il declino. C’erano degli “investitori” che ci hanno messo tempo e fatica, vi erano due crew importanti di cui una la mia, poi si sono spenti i riflettori. La città è fra le più vive, culturalmente parlando, che io abbia mai frequentato in vita mia, a partire dall’integrazione socio-culturale. Anche se lì c’è da aprire una parentesi, perché non sono convinto che tutti gli immigrati vogliano l’integrazione. E sono d’accordo su questo perché l’importante è che ognuno si cresca il proprio orto, paghi le tasse, ecc. Palermo è una città che nel rap ti stimola tantissimo, ha degli immaginari, senti raccontare storie che sono da film. Palermo ha delle eccellenze e dei talenti inespressi, anche per congiunzioni geografiche che non puoi superare“.
Ma l’obiettivo principale del cantautore è quello di promuovere Palermo e la scena musicale cittadina, anche attraverso la creazione di nuovi progetti.
“Mi sono unito a Dj Rage, un producer, ed abbiamo un mix tape di Palermo. Ho chiamato tutti i rapper di Palermo, li ho fatti registrare e abbiamo fatto 90100 mix tape. Ti posso dire che c’è una scena fortissima ma senza identità, che riposta i contenuti di progetti vincenti senza farci nulla di personale. E’ un peccato perché io non sarò ne il primo ne l’ultimo. Quello che posso fare io è migliorarsi personalmente e porre i riflettori su una scena che si chiama Palermo“.