Quando sono ormai trascorsi 21 anni dallo smottamento, a Taormina la vicenda della frana di contrada Costa Don Lappio si avvia verso una svolta. E’ in fase di approvazione il progetto esecutivo che porterà ai lavori necessari alla sistemazione dell’area dopo un tempo infinito dai fatti del 2003 e un iter altrettanto tortuoso ed estenuante.
Il caso interessa la frana verificatasi lungo il costone ai piedi della Via Porta Pasquale, in prossimità della Via Garipoli (bretella dell’autostrada A18 Messina-Catania). Il Comune di Taormina negli anni immediatamente successivi alla frana aveva ottenuto un primo finanziamento, che tuttavia non è mai arrivato a compimento. Nel 2012 ci fu l’aggiudicazione provvisoria delle opere all’impresa incaricata, tramite procedura all’Urega, e nel marzo 2015 si verificò lo stop alla gara d’appalto con la sospensione della procedura per i lavori “per fatti imprevisti al momento della stipula del contratto” e si rese quindi necessaria una variante al progetto, che però non ha risolto la questione. Tutto si è fermato lì e nel 2019 la Regione, con apposito provvedimento dell’Assessorato al Territorio ed Ambiente, ha revocato poi il finanziamento.
La vicenda della frana di contrada Lappio ha rappresentato un simbolo in termini, evidentemente, negativi delle tante incompiute ed emergenze irrisolte che hanno caratterizzato il territorio di Taormina da 30 anni a queste parte, non soltanto per le dinamiche politiche ed il patrimonio dell’ente ma anche in un ambito strategico come la lotta al dissesto idrogeologico e la tutela dell’ambiente. Il territorio della Perla dello Ionio presenta in diverse zone delle “ferite” aperte e una di queste, forse la più significativa, è proprio quella della frana di contrada Costa Don Lappio.
Adesso la questione è passata alla competenza dell’Ufficio del Dissesto Idrogeologico, diretto da Maurizio Croce e l’iter è in fase di definizione. Si tratta di una nuova procedura che è stata avviata nel 2020-2021 e che ha dovuto fare i conti, dunque, anche con quelle ulteriori criticità di un periodo di emergenza sanitaria che ha rallentato ulteriormente la definizione della storia. La struttura commissariale guidata da Croce, in collaborazione con il Comune di Taormina, ha disposto dei vari passaggi tecnici propedeutici a chiudere la fase burocratica, è stata attivata la procedura per l’accesso ai luoghi, quindi per l’esecuzione delle relative verifiche sulle condizioni dei terreni, ed è stato anche richiesto il placet dei proprietari per l’accesso alle aree. Le attività vengono seguite al Comune di Taormina dall’Utc, con il responsabile di Area, Massimo Puglisi. Gli Uffici palermitani, in raccordo con la casa municipale taorminese, hanno seguito un iter collaudato per una programmazione mirata degli interventi da porre in essere.
Sono state previste, inoltre, le relative indagini geologiche, per stabilire le più idonee misure di intervento e a questo punto tra Taormina e Palermo potrà essere completata la progettazione esecutiva degli interventi da circa 800 mila euro.
Per sistemare, una volta per tutte, la frana di contrada Lappio si dovrà eseguire la pulitura del costone, il dosaggio dei blocchi instabili e la collocazione di una rete paramassi. Si dovrà mettere in sicurezza un’area, a nord-est del centro abitato, che si caratterizza per una classificazione di rischio molto elevata, R4. L’aspettativa è che si possa andare in gara e di conseguenza arrivare al più presto alla fase attuativa dell’iter per chiudere una vicenda che va avanti dal 2003 e che da quel momento ha rappresentato sino ad ancora oggi una vera e propria “spada di Damocle” sull’autostrada A18, con la frana che praticamente si affaccia sulla carreggiata dell’autostrada e la fragilità di una parete rocciosa visibile a tutti lungo la Via Garipoli, che collega Taormina centro con la zona litoranea ed il casello autostradale di Spisone.